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Stop ai lavori per il secondo ponte sul Tevere: Forestali denunciano tre persone

I militari hanno rilevato delle violazioni penali riconducibili ad un errato smaltimento degli scarichi

Stop ai lavori per il secondo ponte sul fiume Tevere. Nei giorni scorsi i Carabinieri Forestali della Stazione di Sansepolcro, insieme ai militari del gruppo ambiente della Procura di Arezzo e al Dipartimento Arpat di Arezzo, hanno eseguito un controllo ambientale all’interno del cantiere interessato dai lavori per la realizzazione dell'infrastruttura. L'obiettivo era quello di "verificare l’effettiva esistenza e il relativo  funzionamento delle opere a protezione delle risorse idriche e del suolo attestate nel progetto esecutivo dell’opera presentato dal progettista  e  approvato dalla Giunta Comunale di Sansepolcro".
Durante il sopralluogo, avvenuto alla presenza del direttore dei lavori, i militari "hanno constatato l’assenza di quasi tutti i presidi ambientali che dovevano essere adottati prima che le opere avessero inizio". 

"Nella fattispecie - spiegano i Forestali - il cantiere risultava sprovvisto di un sistema di fossi per la raccolta e lo smaltimento delle acque pluviali; mancavano gli impianti per il trattamento delle acque superficiali prima della loro immissione nella rete idrica superficiale; lo scarico dei reflui in acque superficiali non risultava autorizzato; i cumuli di terreno vegetale presenti nel cantiere  derivanti dallo scotico dell’area dei lavori non erano  protetti da teli traspiranti finalizzati ad evitare il dilavamento e la emissione in atmosfera di polveri; nell’area di lavoro non funzionava l’impianto lava ruote".

I Carabinieri Forestali hanno ravvisato due violazione penali : da un lato "la messa in esercizio di un cantiere in assenza di autorizzazione allo scarico e omettendo di eseguire le preventive misure per la tutela delle risorse idriche e del suolo" e dall’altro "l’inevitabile smaltimento diffuso e incontrollato sul suolo e sulle acque superficiali dei reflui industriali prodotti dal dilavamento delle aree di lavoro". Per questo la Polizia Giudiziaria ha prescritto "l’immediata sospensione dei lavori fino alla preventiva realizzazione delle opere sopra indicate nonché a deferire all’Autorità Giudiziaria  il responsabile unico del procedimento, il direttore dei lavori e l’appaltatore".

Adesso avranno a disposizione 90 giorni entro i quali provvedere alla messa a norma del cantiere. "L’ottemperanza determinerà la ripresa dei lavori e  l’estinzione del reato, in caso contrario proseguirà l’azione penale nelle forme previste dal Codice".

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