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Pane e olio, Rifondazione Comunista: "Scelta disumana, discriminante e classista. Cosa insegniamo ai bambini?"

"Quanto riportato dalla stampa locale e da quella nazionale ha del vergognoso. Questo è l’unico aggettivo che ci viene in mente per descrivere quanto accaduto a Montervarchi, dove la sindaca, di centrodestra, ha deciso di dare ai bambini, figli di...

"Quanto riportato dalla stampa locale e da quella nazionale ha del vergognoso. Questo è l’unico aggettivo che ci viene in mente per descrivere quanto accaduto a Montervarchi, dove la sindaca, di centrodestra, ha deciso di dare ai bambini, figli di genitori morosi, pane con l’olio e una frutta. A suo avviso questa è il giusto metodo per chi non paga la retta."

Rifondazione Comunista, con la Federazione di Arezzo interviene sulla polemica della mensa scolastica a Montevarchi: scelta disumana, discriminante e classista; cosa insegniamo ai bambini?

Fermo restando che la mensa non è un servizio obbligatorio e che le famiglie possono decidere autonomamente di usufruire del servizio, riteniamo la scelta, fatta dall’amministrazione valdarnese, disumana e violenta. Riservare ai bambini un posto in disparte, con un pasto improvvisato, crea delle discriminazioni pesanti e che, a quell’età, possono essere psicologicamente devastanti. Siamo tornati alle etichette e alle classi sociali creando cittadini di serie a e cittadini di serie b. Le Istituzioni hanno il ruolo di unire e non di dividere e di raggiungere l’obiettivo delle pari opportunità e di rimuovere tutti gli ostacoli. E ci domandiamo dunque: quale è il ruolo che vuole ricoprire il Comune di Montevarchi? Il valore educativo e formativo della mensa viene così meno: il messaggio che viene mandato a bambini e alle bambine è di iniquità sociale e di diseguaglianza economica, oltre che evidenziare come una fetta di pane con l’olio, ben più sana di tante merendine prodotte da multinazionali, possa essere un cibo da punizione.

Sicuramente la Sindaca sperava di colpire i cittadini extracomunitari ma siamo sicuri che questo provvedimento colpisce anche nostri connazionali. Condanniamo anche noi chi non paga, ma molto spesso sia le difficoltà economiche sia altri fattori, non dipendenti dai genitori stessi e involontari, non permettono la messa in regola con le rette dovute ai comuni. Dobbiamo quindi capire il perché la famiglia è morosa, e soprattutto adottare tutti gli strumenti, che i regolamenti comunali e nazionali, mettono a disposizione: dai solleciti al recupero forzato delle somme. Così facendo il Comune può recuperare quanto anticipato con risorse proprie. Non è giusto che altri cittadini paghino le disattenzioni di alcune famiglie, ma soprattutto non è giusto che siano i figli e le figlie a pagare le colpe dei propri genitori.

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