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Partoanalgesia all'ospedale del Valdarno: "Richiesta dal 12,5% delle gestanti". La storia di due mamme

Un servizio che ha riscosso notevole consenso tra le gestanti, concretizzandosi con un aumento progressivo delle richieste del trattamento antalgico sia nel 2020 che nel 2021

"Lo abbiamo scelto ed è stato un sollievo affrontare questo momento senza ansia e paura". Le storie sono quelle di Sara e Rosy, due neo mamme che hanno dato alla luce i propri piccoli all'ospedale del Valdarno, Santa Maria alla Gruccia. Qui le due donne sono state assistite con professionalità e attenzione dal team medico ed ostetrico e, non ultimo, hanno potuto usufruire del servizio di partoanalgesia. Un'opzione che ha consentito alle due di vivere il momento più importante della propria vita genitoriale con maggiore sicurezza.

“Lorenzo - racconta Rosy - è nato alla Gruccia il 25 febbraio 2020 con parto programmato ed indotto. Per me quella era la seconda gravidanza, la prima figlia è nata ad Arezzo dove ho scelto di partorire perché avrei potuto accedere alla partoanalgesia. Poi, durante la una visita di routine mentre aspettavo l'arrivo del mio secondo bimbo, ho scoperto che avrei potuto far nascere Lorenzo vicino a casa e senza il terrore di soffrire. E allora non ci ho pensato due volte. Sono stata fortunata perché ho avuto la possibilità di essere la prima ad usufruire del servizio. Ho trovato un’equipe affiatata e collaborativa, ostetriche sempre presenti, non mi sono mai sentita sola e mi sono ben gestita durante il travaglio grazie al dosaggio dell’anestesia”.

Mamma Sara invece ha abbracciato il suo Edoardo il 20 aprile 2020. Anche lei ha vissuto quel momento usufruendo dell'anestesia “In realtà -spiega - quando ho fatto la visita non ero convinta al 100 per cento di fare l’epidurale. Però volevo avere la possibilità, sul momento, di poter scegliere e di averla come opzione. Il mio è stato un travaglio di 12 ore. Sono arrivata in ospedale alle 4 del mattino con contrazioni regolari e alle 10, dopo 6 ore, ho optato per l'anestesia visto che il mio bambino era di 4,200 chili"

Un servizio che ha riscosso notevole consenso tra le gestanti, concretizzandosi con un aumento progressivo delle richieste del trattamento antalgico sia nel 2020 che nel 2021. "Nei primi 10 mesi del 2020 - spiega il direttore uosd anestesia e rianimazione dell'ospedale del Valdarno Emilio Guerra - 40 donne hanno richiesto la partoanalgesia (7,3% dei parti totali). Nel 2021, a conferma del gradimento, la percentuale è salita al 12%. Il servizio garantisce la presenza di un anestesista di guardia disponibile così che possa essere eseguita l'epidurale in ogni momento del giorno. L’analgesia può essere richiesta in qualunque momento del travaglio. Questa pratica fa parte di un programma di assistenza alla gravidanza che non si pone come alternativa al parto naturale, ma come mezzo addizionale che la medicina offre alle madri per poter partecipare con maggior consapevolezza e collaborazione al parto".

Qualora le future madri volessero avvalersi del servizio il programma prevede:
-informazione (corso preparto con lezione dedicata all’analgesia, opuscolo informativo);
-prenotazione visita anestesiologica presso il CUP  dell' ospedale;
-visita anestesiologica ambulatoriale ogni sabato a partire dalle 8,30;
-rilascio di cartella anestesiologica alla gestante da portare al momento del ricovero.
Le informazioni sono reperibili su https://www.uslsudest.toscana.it/percorsi-assistenziali/percorso-nascita/ambito-aretino
 

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