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"Variante urbanistica, approvate osservazioni non pertinenti". L'attacco di Avanti Montevarchi

Secondo il gruppo consiliare, sarebbero così stati avvantagiati e favoriti alcuni cittadini rispetto ad altri che potrebbero aver avuto le stesse esigenze, ma che non hanno presentato osservazioni perché la variante in sostanza si occupava di altro.

Lo scorso 20 novembre il Consiglio Comunale, con delibera n. 97, ha approvato a maggioranza, la variante urbanistica n. 27 contro la quale si esprime il gruppo consiliare Avanti Montevarchi.

"Questa variante e, specificatamente, il modo con il quale sono state esaminate e votate le osservazioni formulate dai cittadini in fase di adozione costituisce un discrimine inaccettabile rispetto alla tutela dell’interesse generale. L’oggetto della variante era la suddivisione in sub comparti di alcune aree edificabile a seguito di una manifestazione d’interesse in tal senso pubblicata dal Comune. Non occorre essere urbanisti per comprendere che ad una variante al regolamento urbanistico si presentano osservazioni strettamente attinenti all’oggetto della variante stessa. Alla variante in oggetto sono state presentate, però, anche alcune osservazioni che non erano attinenti all’oggetto di variante ma al cambio di tipo di intervento su alcuni edifici; una fattispecie completamente diversa."

Quando, in passato, sono state ricevute osservazioni non attinenti all’oggetto della procedura la pronuncia del settore tecnico comunale e l’esame da parte dell’organo politico-amministrativo portavano ad una ed una sola “risposta”: Osservazione non pertinente in quanto non coerente con gli obiettivi della variante”. Ed anche in questo caso dall’ufficio è venuta la proposta di controdeduzione di rito: non pertinenti le osservazioni che chiedevano il cambio di tipo d’intervento sugli edifici indicati nelle osservazioni stesse.

Incredibilmente, in fase di esame da parte della competente commissione consiliare, il Presidente della stessa, Consigliere Francesco Renzi proponeva una controdeduzione che negava quella dell’ufficio comunale ed ammetteva le osservazioni sui cambi di tipo d’intervento di proprietà degli osservanti. I consiglieri di maggioranza, naturalmente, esprimevano voto favorevole confermandolo poi nella seduta del consiglio. 

Così, inopinatamente, la maggioranza consiliare, su proposta del chirurgo improvvisatosi urbanista, al secolo Francesco Renzi, in barba all’oggetto della variante come definita e circoscritta da una specifica procedura ad evidenza pubblica, ha deciso che alcuni cittadini vedessero accolta loro richiesta. Numerosi altri, invece, con le stesse esigenze ma che non hanno avanzato osservazione perché coscienti che non era quello l’atto giusto, sono rimasti con le pive nel sacco.

Non tutti i cittadini paiono essere uguali per gli urbanisti di Palazzo Varchi. Un modo inaccettabile di procedere laddove si pensi che siamo in fase di revisione degli strumenti urbanistici e quelle istanze specifiche e particolari, accolte senza che fossero oggetto della manifestazione pubblica emessa dall’ente, dovevano essere esaminate nel complesso della casistica solo al momento nel quale il Comune avesse garantito a tutti i cittadini medesime possibilità e, quindi, parità di trattamento. Una questione che chiarisce definitivamente cosa si intendesse per #tuttaunaltrastoria: davvero una storia mai vista prima.

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