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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Un altro tesoro in provincia di Arezzo: ecco il cranio di Mammut

Prima di Natale è stata inaugurata la musealizzazione del fossile a Montevarchi. Si tratta di un reperto di un milione e mezzo di anni fa di Mammuthus Meridionalis, riportato alla luce nel 2017 e restaurato

Prima di Natale, sabato 21 dicembre, il museo paleontologico di Montevarchi ha inaugurato l'ingresso del fossile di Mammuth rinvenuto nell'estate del 2017 al Tasso, nel comune di Terranuova Bracciolini. Il fossile è stato battezzato "Otello". La collocazione definitiva è arrivata dopo due anni di lavoro: adesso, finalmente, è stato esposto il bellissimo cranio con difese un’ulna e vari frammenti di Mammuthus Meridionalis. Un esemplare vissuto un milione e mezzo di anni fa nel paesaggio “africano” di quello che oggi è il Valdarno superiore.

L'arrivo del Mammuth al museo

La scoperta del Mammuth

Tutto cominciò nel 2016 con due piccoli segni sul terreno ai bordi di una balza vicino alla frazione del Tasso, a Terranuova, (Provincia di Arezzo). Due cacciatori di passaggio, con un eccezionale spirito di osservazione, si rendono conto che quel tratto di terreno può nascondere un fossile preistorico, e attivano le autorità competenti. La Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Siena, l’Accademia Valdarnese del Poggio il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze organizzano lo scavo e le prime fasi di studio, prospettando la futura musealizzazione nel Museo Paleontologico di Montevarchi, da sempre punto di riferimento per il patrimonio fossile del territorio.

Il percorso di restauro

Il percorso di restauro è stato particolarmente complesso, anche per le dimensioni del fossile, incompatibili con qualsiasi laboratorio ordinario. Nel frattempo iniziava una campagna di partecipazione, ‘Sos Mammuthus’ che dalle piazze reali e virtuali ha portato centinaia di persone a contribuire direttamente alla raccolta fondi per dare al fossile una nuova casa. Non solo una questione di spese: i numerosissimi amici del Mammuthus hanno animato una originale iniziativa di voto sul nome da dare al fossile, i cui risultati saranno annunciati nell’inaugurazione; era in fondo naturale, per quello che a tutti gli effetti è un patrimonio di tutti i cittadini. Dopo una serie di assaggi memorabili, come il trasporto del fossile dal laboratorio a San Giovanni al museo scortato come una celebrità, e l’entrata dalla finestra del primo piano del Museo, oggi questo impegno collettivo trova l’approdo definitivo.

Lo spazio espositivo

Uno spazio del Museo Paleontologico, appositamente attrezzato per il nuovo ospite, espone al pubblico il cranio di Mammuthus restaurato, insieme ad installazioni video che consentono di ricostruirne la storia, i caratteri scientifici, il racconto dell’avventurosa scoperta. Il singolo reperto, spiegano i curatori, trova il suo interesse quando viene collocato nel contesto ambientale e geologico: il nuovo allestimento offrirà così ai visitatori la possibilità di conoscere direttamente un testimone del paesaggio valdarnese della preistoria e dei suoi cambiamenti, andando così a completare idealmente il nuovo volto di un museo che fin dalla riapertura nel 2014 si è orientato alla didattica e alla comunicazione scientifica verso il territorio.

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