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I libri, Carducci e la "donnissima". La storia di Marco Sterpos diventato professore grazie al fratello

Ha passato 45 anni della propria esistenza a scuola. Prima come maestro delle elementari, poi come professore ed infine come preside di alcuni istituti di Montevarchi

La letteratura, o meglio lo studio e la pratica della letteratura, gli hanno aperto la strada per una vita completamente differente da quella che per nascita avrebbe seguito. Marco Sterpos ha passato 45 anni della propria esistenza a scuola. Prima come maestro delle elementari, poi come professore ed infine come preside di alcuni istituti di Montevarchi. Una vita intera letteralmente trascorsa in classe, prima davanti e poi dietro alla cattedra. “È stato Daniele, mio fratello più grande di 15 anni, ad avviarmi allo studio - racconta - Sono nato il 6 settembre del 1939 in un minuscolo paese, Luco Mugello (Borgo San Lorenzo), da una famiglia di fabbri. Gente semplice, affidabile. Sono un figlio della guerra e ricordo molto bene le difficoltà di quegli anni. Non so cosa avrei fatto oggi se mio fratello non mi avesse fatto studiare. C'ho pensato tante volte ma non saprei rispondere. Era uno storico di strade e a lui si devono censimenti e opere letterarie davvero straordinarie riguardanti le principali vie di comunicazione italiane del tempo”. Un’opportunità che lo ha portato ad affermarsi come uomo di scuola visto che dentro alle sue aule “sono passati migliaia di studenti, anche la sindaca Chiassai Martini” e che lo ha, inevitabilmente, spinto ad immergersi nello studio delle lettere e dei grandi autori italiani alcuni dei quali, più di altri, hanno conquistato uno spazio particolare nel cuore e nella mente del professore. “Carducci e Alfieri sono tra coloro che più hanno catturato la mia attenzione. Carducci è un laico, un battagliero, un uomo libero. Tutte particolarità che me lo rendono molto caro e che mi affascinano. Ad influenzarmi inoltre, sono stati anche i miei professori universitari. Ho avuto il privilegio di seguire le lezioni di Walter Binni, Raffaello Ramat, Carmine Jannaco. A loro devo intellettualmente molto”.

E dallo studio delle antiche carte il professor Sterpos è ben presto passato alla produzione letteraria. Al suo attivo conta 13 pubblicazioni. “Molti sono saggi sull’opera carducciana - spiega - mentre recentemente mi sono cimentato anche in qualche romanzo”. Dopo aver pubblicato nel 2018 “Amarcord da una vita”, autobiografia che ripercorre gli anni della guerra fino ad arrivare all’approdo social del professor Sterpos, il 12 marzo 2020 per Mucchi editore ha pubblicato “Il Poeta, la Donnissima e il Generale – Il grande amore di Giosuè Carducci”. “Si tratta di una via di mezzo tra il romanzo di fantasia e il testo storico - spiega - partendo dallo studio delle lettere riportate nell’epistolario di Carducci, ho analizzato le quasi 600 che il grande poeta italiano scrisse a Lidia e le 70 (non ne sono state trovate altre) che portano la firma della donna. Quest’ultima altri non era che Lina Cristofori, moglie del generale Domenico Piva. Una amore passionale, nato fuori dal matrimonio e documentato, come detto, da centinaia e centinaia di lettere. Partendo dall’analisi di questi scritti ho costruito un progetto al quale ho aggiunto alcune parti che, seppure suppongo possano essere verosimili, sono frutto della mia immaginazione”. L’amore che tutto muove e tutto ispira è dunque al centro dell’ultimo romanzo di Sterpos che, per l’occasione, mette da parte i panni del professore e si immerge in una dimensione più intima, delicata dove tratteggia una Giosuè Carducci meno vate e più uomo. “Ho trascorso così tanto tempo a studiarlo - spiega - che alla fine è diventato uno di famiglia. È quasi come se questi personaggi mi avvessero chiesto di scrivere le loro storie. L’amore per Lina di Carducci è stato a lungo tenuto sotto traccia poiché ritenuto sconveniente visto che entrambi erano legati ad altre persone. Ma i loro sentimenti, le loro passioni, il loro vissuto aveva bisogno di essere raccontato. Così mi sono deciso e l’ho fatto. Purtroppo non ho ancora avuto modo di presentarlo in pubblico come si deve. L’emergenza Covid ha costretto a rimandare questo momento ma spero di riuscire ad organizzare presto un evento apposito”.

Nella prefazione del volume si legge che il cuore del libro “È rappresentato dalle lettere rimaste, quasi seicento di Carducci e una settantina di Lina, e dalle poesie dedicate all'amata. L'invenzione colma i tasselli, spesso volutamente eliminati, di un legame scomodo, di cui si parlava con imbarazzata reticenza: basti pensare che nell'Edizione Nazionale dell'epistolario, tutte le lettere a Lina figurano indirizzate all'immaginaria Lidia delle poesie carducciane. Al centro della storia c'è naturalmente Carducci con la sua personalità vigorosa e passionale, espressa sia negli slanci d'amore più ardente, sia nelle esplosioni di gelosia frenetica, ma sua degna compagna è Lina, per Giosuè la «donnissima», signora raffinata e colta che, pur avendo avuto certamente anche altri amori passeggeri, amò davvero soltanto il poeta. Molta attenzione è riservata anche al marito generale, Domenico Piva, persona non di eccelsa levatura che non riuscì mai a farsi amare dalla moglie, ma che seppe mostrarsi nobile e magnanimo, accettando questo legame per amore di lei, per lui degna solo di un amore sublime. Sullo sfondo della vicenda amorosa si intravede poi quell'Italia del secondo Ottocento che si avviava a diventare 'umbertina', di cui Carducci sarebbe diventato il cantore riconosciuto e osannato: emergono soprattutto gli ambienti politici e militari con i quali il poeta si trovò ad avere frequenti contatti, specialmente durante la sua storia con Lina”.

Il libro è già disponibile nelle librerie e nelle principali piattaforme online.

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