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Estra in Sei Toscana?, Avanti Montevarchi: "Fronte Pd-Centrodestra per mettere una toppa, sindaci non giochino a monopoli"

"Se tre indizi fanno una prova ora c’è la certezza che qualcosa bolle in pentola sul fronte del servizio rifiuti nella Toscana del sud. Ha cominciato il sindaco di Arezzo e proseguito quello di Terranuova. Ora è il turno della Sta – uno dei soci...

"Se tre indizi fanno una prova ora c’è la certezza che qualcosa bolle in pentola sul fronte del servizio rifiuti nella Toscana del sud. Ha cominciato il sindaco di Arezzo e proseguito quello di Terranuova. Ora è il turno della Sta – uno dei soci privati della Sei – a rilanciare l’idea che sia Estra ad acquistar quote del concessionario ormai in emergenza economica, finanziaria e operativa, dilaniata da scontri interni e sotto commissariamento. Il tutto condito dalla solita ipocrisia per la quale Estra rappresenta il pubblico e il suo ingresso in Sei riporterebbe quest’ultima sotto il controllo dei comuni. Si potrebbe scrivere un libro sulle convulsioni delle aziende pubbliche negli ultimi tempi."

E' Fabio Camiciottoli, del gruppo consiliare Avanti Montevarchi a prendere posizione sulle vicende di Sei Toscana:

"Ci sarebbe da chiedersi quanti amministratori locali dell’area pratese, senese e aretina, abbiano almeno preso coscienza dell’idea di fare di Estra una multiutlity e di quotarla in borsa. Ci sarebbe da capire quanti consiglieri comunali, assessori e sindaci capiscono quello che fanno quando nelle assemblee delle Ato o societarie alzano la mano per votare tariffe e piani industriali e magari coprono le magagne di altri territori. Per ora abbiamo capito che esiste un fronte Pd-Centrodestra con la soddisfazione di qualche socio privato per dare a Estra qualche azione di Sei e mettere qualche toppa ai bilanci. Abbiamo capito che tra gli esponenti del Pd e del Centrodestra che hanno voce in capitolo, s’intende procedere per grandi sistemi allo scopo di pacificare e tacitare, senza comunque approfondire le ragioni della crisi di Sei di là dalle vicende giudiziarie che avrebbero dovuto, almeno, portare al commissariamento dell’Ato e non del gestore. Pochi giorni fa, l’amministratore di Sei battibeccava con un socio privato sui motivi delle perdite di bilancio e di un contratto che lega il gestore al proprio socio. Ecco, se i sindaci approfondissero quest’aspetto che ci pare prefigurare un abnorme conflitto d’interesse e lo spiegassero saremmo più contenti. Se ci spiegassero se esistono oltre di queste situazioni e quanto hanno pesato sulle tariffe e le tasche dei cittadini diventeranno quasi felici."

Il giudizio sull'ingresso di Estra non è dunque positivo:

"Non ci sembra l’ora del risiko societario. Estra faccia il suo lavoro e magari – visti gli utili di esercizio e considerato che è un’azienda pubblica – ritocchi in basso le tariffe e rinunci ai piani napoleonici. La Sei elabori un piano industriale serio e cerchi un’operatività migliore di quella messa in campo fino a oggi, provando a superare i problemi dei soci privati. I sindaci smettano di giocare ai monopoli e provino a fare il loro mestiere quello cioè di rappresentare e tutelare i propri cittadini anche facendo rispettare i contratti di servizio, tenendo le gare che devono fare e pretendendo gli investimenti dei quali i territori hanno bisogno. Un’ultima nota locale. Il Pd valdarnese è stranamente muto su problemi di un certo peso. Sarebbe utile conoscerne il pensiero. La sindaca Chiassai è altrettanto muta sulle vicende di Estra e di Sei mentre diventa loquace se si parla di Publiacqua. Influenza dell’amministrazione del capoluogo? Compatibilità politiche di centrodestra? Aspettiamo fiduciosi risposte."
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