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Multiutility Toscana, Chiassai: "Montevarchi per ora non è interessata, siamo usciti anche da Consiag"

Intanto Alia Servizi Ambientali ha proceduto con la fusione per incorporazione delle 3 società pubbliche – Acqua Toscana, Consiag e Publiservizi – quale primo atto che dà vita alla Multiutility

"Un progetto virtuoso, ma per il momento Montevarchi non ha bisogno di aderire, troppo Firenze centrico". Silvia Chiassai Martini, sindaca di Montevarchi spiega la posizione del principale comune del Valdarno aretino rispetto alla costruzione e allo sviluppo della Multiutility Toscana. Lo fa a poche ore di distanza dall'approvazione avvenuta nel consiglio comunale di Firenze, comune fondatore insieme a Prato e Pistoia e alla fusione per incorporazione di alcune società strategiche del settore delle energie. 

"È un progetto secondo me virtuoso se fatto bene - dice Silvia Chiassai - vediamo che grandi società anche straniere, ce lo insegna la bruttissima esperieza con il tpl francese, che tendono a prevaricare nei servizi. L'idea di creare una multiutilty toscana che difenda il territorio da altri competitor è un progetto interessante, ma al momento troppo spostato nell'area fiorentina, dove non c'è possibilità di azione, controllo o parola da parte dei comuni più piccoli. Il sindaco di Pistoia ha portato a casa un risultato importante per i comuni capoluogo che potranno sedere al tavolo e per il passaggio in consiglio comunale per la decisione sulla quotazione in borsa. In questo momento come sindaco di Montevarchi comunque non avevo nessun vantaggio da offrire alla città nell'entrare nella multiutility, non abbiamo il servizio dei rifiuti perché resta in Sei Toscana, abbiamo una bassissima % in Consiag e quindi nessun potere decisionale. Per questo abbiamo deciso di recedere da consiag, ma restiamo dentro la multiutility con Publiacqua. Non escludo che, se a livello provinciale le realtà che abbiamo decidessero di entrare nella multiutility, e di avere un peso provinciale rilevante, anche il comune di Montevarchi potrebbe valutare di rientrarci più convintamente."

In provincia di Arezzo

In qualche comune aretino la discussione sull'adesione alla multiutility toscana è avviata. Arezzo è alla finestra consapevole che i gestori dei servizi rifiuti, acqua e gas, sono in parte coinvolte attraverso alcuni soci interni. La maggior partecipazione attuale è qualla di PubliAcqua che è il gestore del servizio idrico nel Valdarno e a Firenze. Sul tema si è espresso alcuni mesi fa il sindaco Ghinelli in un'intervista esclusiva ad Arezzo Notizie, la replica del Comitato Acqua Pubblica e alcuni comuni hanno paventato la volontà di uscire da PubliAcqua ed aderire a Nuove Acque. 

Intanto cosa succede intorno ad Arezzo?

L'approvazione della delibera da parte del maggiore azionista (comune di Firenze) dà il via a nuovi atti: la fusione in Alia di Acqua Toscana (partecipata pubblica che controlla Publiacqua, Consiag e Publiservizi), la quotazione in Borsa e gli aumenti di capitale previsti sia per i soci pubblici che privati. La prima c'è stata proprio nella giornata di ieri a Firenze Fiera dove si è tenuta l'assemblea straordinaria dei soci di Alia Servizi Ambientali che ha autorizzato la fusione per incorporazione delle 3 società pubbliche – Acqua Toscana, Consiag e Publiservizi – quale primo atto che dà vita alla Multiutility, la nuova società dei servizi pubblici locali (acqua, gas, rifiuti), partecipata da 66 comuni della Toscana Centrale, tra i territori dell’Empolese Valdelsa e le province di Firenze, Prato e Pistoia. L’assemblea ha inoltre deliberato l’aumento di capitale della stessa Alia destinato al conferimento della partecipazione pari al 20,61% del capitale sociale detenuta dal Comune di Firenze in Toscana Energia Spa e della partecipazione del 3,9% del capitale di Publiacqua Spa detenuta dal Comune di Pistoia.

L’assemblea ha deliberato un aumento di capitale scindibile di 3,5 mld delegandolo al consiglio di amministrazione. Tale aumento permetterà ad altri comuni di conferire le proprie partecipazioni e di procedere alla quotazione in Borsa. Tale operazione è subordinata ad articolato processo di controllo dei comuni azionisti che, quando lo riterranno necessario e opportuno, ridiscuteranno nei consigli comunali i diversi passaggi ritenuti critici. Il 51% resterà comunque nelle mani dei Comuni che deterranno tali partecipazioni attraverso una holding pubblica cassaforte. È, infine, stabilito che nessun azionista non pubblico possa detenere più del 5%.

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