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Cortona ricorda la consigliera Broncolo. Prc: "Sceneggiata, Silvia era antifascista e comunista"

L'ultimo capitolo di una polemica accesa che ha visto un duro botta e risposta attraverso i social e la stampa da parte dei militanti del Prc e il sindaco Luciano Meoni

Si è svolta durante la seduta dell'ultimo consiglio comanale di Cortona la cerimonia di presentazione di una targa in ricordo di Silvia Broncolo, consigliera appartentente al Rifondazione Comunista e scomparsa nel 2009 all'età di 39 anni. 

L'ultimo capitolo di una polemica accesa che ha visto un duro botta e risposta attraverso i social e la stampa da parte dei militanti del Prc e il sindaco Luciano Meoni. 

Sì alla targa per la consigliera Prc scomparsa. Ma senza la parola "antifascista"

In vista dei 10 anni dalla scomparsa, i conoscenti si erano mossi chiedendo al comune cortonese l'intitolazione di uno spazio pubblico alla sua memoria. Ne era nata una querelle, con FdI Cortona che aveva proposto di intitolare, oltre a una via a Silvia Broncolo, una anche a Giorgio Almirante, storico segretario del Movimento Sociale Italiano. Successivamente il primo cittadino ha dato il proprio consenso alla creazione di una targa commemorativa, da appendere sulle pareti del palazzo comunale, con la quale venisse ricordato l'impegno politico e civile di Silvia. 

"Abbiamo concordato con il primo cittadino di ricordarla nel modo che sicuramente anche lei avrebbe voluto: antifascista e comunista. Il sindaco ha dato la sua parola. Poi abbiamo apprese che la dedica era stata cambiata con una più generica dove non comparivano "antifascista" e "comunista" anche se queste erano le parole più giuste per descrivere una persona che non c’è più".

Ne è nata la decisione del Prc e della famiglia di Silvia Broncolo di non prendere parte alla cerimonia che invece si è svolta il 18 dicembre in consiglio comunale anche se alla fine una delegazione di Rifondazione ha "partecipato in punta di piedi a quello che doveva essere un ricordo condiviso". 

La sceneggiata di in consiglio comunale non è stato solo un brutto spettacolo, è stato un atto immorale: la vicenda umana della scomparsa prematura di una giovane donna, militante politica, amica speciale di tanti, è stata “urlata” come fosse argomento da comizio.

L’acredine, il cinismo, l’opportunismo hanno prevalso sulla delicatezza e sul rispetto dei sentimenti.

Tante le illazioni e le contraddizioni che hanno portato un primo cittadino ad ammettere “che sì, Silvia era comunista e antifascista, che certo lo sapevano tutti, ma che non si poteva appendere nel palazzo comunale quella roba lì”; che il partito non doveva assolutamente entrarci per poi far incidere sulla targa commemorativa, di sua iniziativa, l’appartenenza politica di Silvia a Rifondazione; che la stellina rossa potesse far riferimento a chissà quale sibillina simbologia, invece che alla stella che Silvia portava sempre nel suo immancabile basco, proprio come il Che. 

Sono state dette vuote parole di circostanza, goffi tentativi di retorica, quando bastava rispettare la memoria e l’identità politica di una persona nella sua integrità. Rifiutarsi di scrivere e di parlare di antifascismo è un sintomo grave di quest’amministrazione, è una presa di posizione in netto contrasto con il loro mandato. L’antifascismo è alla base della Repubblica e della sua Costituzione, è elemento unificante ed inclusivo di tutti i cittadini. L’ostracismo dimostrato da questa giunta lascia invece intravedere altri obiettivi di stampo revisionista. L’amarezza non sta tanto sul fatto che le cose non sono andate come le ha raccontate il Sindaco a cui gli Amici di Silvia hanno stretto la mano in segno di intesa e non come educato saluto, l’amaro sta nell’aver legato il nome di Silvia Broncolo ad una così brutta seduta consiliare a cui lei, di sicuro, non avrebbe voluto assolutamente partecipare.

Per noi di Rifondazione è stato come lo stridere di un gessetto sulla lavagna. 

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