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Ringiovanimento ovarico e il sogno di diventare mamma diventa realtà. Il racconto di Giorgia

40 e la voglia di diventare madre, dopo varie ricerche in Italia ha trovato la risposta giusta nella vicina Cortona dove c'è il centro di procreazione medicalmente assistita. Nelle sue parole il racconto e il significato di questi mesi

Giorgia, 40 anni e la voglia di diventare mamma. Tanti centri visitati, poi la scoperta che nella vicina Cortona poteva trovare la risposta giusta per farlo in maniera naturale. E' proprio lei a raccontare la sua esperienza che adesso la vede già al terzo mese di gravidanza.

“Il mio sogno è sempre stato quello di diventare mamma in maniera naturale – racconta Giorgia. Negli ultimi due anni ho avuto tre interruzioni traumatiche di gravidanza che mi hanno fatto riflettere e hanno messo a dura prova la mia voglia di maternità”.

Un viaggio lungo e difficile che ha avuto un primo risultato: è al terzo mese di gravidanza. “Mi sono rivolta a varie strutture in tutta Italia. Ho 40 anni e il mio desiderio era ed è più forte dell'anagrafe. In tutti i centri che ho visitato mi è stata sempre proposta la soluzione di fecondazione eterologa, con un donatore esterno. Nessuno mi aveva dato altre alternative e anche poche speranze.

Poi tramite il mio ginecologo e con lunghe ricerche su internet, ho scoperto il Centro di procreazione medicalmente assistita di Cortona del professor Luca Mencaglia. E' stata la svolta. Già dalla prima visita sono stata accolta in maniera gentile e  molto professionale. Ho percepito subito l'alto livello di preparazione del personale. In queste situazioni, l'aspetto di condivisione e di rapporto umano, a mio giudizio, è importante quanto quello medico e a Cortona questi due elementi vanno di pari passo. Il professore mi ha subito proposto questa innovativa tecnica del ringiovanimento ovarico. Un percorso molto rapido e non molto invasivo. In soli due mesi ho avuto tutti gli appuntamenti e fatto tutte le procedure necessarie ed oggi con grande felicità sono in attesa del mio primo figlio, e tutto in maniera naturale. Sono molto nervosa e in tensione, in quanto la mia rimane una maternità da controllare, ma posso testimoniare quanto questa procedura sia efficace. Il rapporto con la struttura è continuo, sia con il professor Mencaglia che con la dottoressa Giulia Massaro, che mi segue costantemente, anche se non risiedo nella provincia di Arezzo. Ora non mi resta che aspettare. Grazie al Centro Pma di Cortona la vita, mia e del mio compagno, sta cambiando”.
Giorgia si rivolge alle donne con il suo stesso sogno: “vorrei dire loro di non mollare, di rivolgersi sempre a professionisti seri e all'avanguardia di affidarsi alla scienza ma anche alle capacità umane di persone  come quelli del Centro Pma di Cortona”.
Luca Mencaglia, Direttore della Rete Regionale della Toscana per la cura dell’infertilità, nonché direttore della Rete Pma dell'Asl Toscana Sud Est, spiega la tecnica del ringiovanimento ovarico.

“Si tratta di una procedura che ha lo scopo di permettere una gravidanza anche alle donne in menopausa precoce, a chi soffre di una insufficienza ovarica prematura o di una bassa riserva ovarica con scarsa capacità riproduttiva. Un viaggio nel futuro che oggi è realtà. Siamo i primi in Italia ad aver sperimentato con successo questa tecnica, avviata da istituti in Spagna e Usa.  Con questa procedura miriamo ad arrestare gli effetti dell’invecchiamento ovarico, migliorando significativamente la capacità riproduttiva delle donne. In questi mesi abbiamo già coinvolto dodici donne, provenienti da tutta Italia, con risultati molto buoni, addirittura abbiamo avuto anche gravidanze naturali e spontanee a seguito di questo procedimento. Il ringiovanimento ovarico offre un’alternativa a chi soffre di insufficienza ovarica prematura e non si senta pronta a realizzare un trattamento di ovodonazione, perché desidera diventare madre con i propri ovuli”. Il  limite di età è 43 anni.

“Il concetto di ringiovanimento ovarico - conclude Mencaglia - si fonda sul principio del PRP (plasma ricco di piastrine), in pratica le cellule staminali (della stessa paziente) autologhe che vengono iniettate direttamente nell’ovaio usando la laparoscopia. Questa tecnica richiede un solo giorno di ricovero e passa quindi per una successiva stimolazione della ovulazione e fecondazione in vitro.”

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