Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate: il programma delle celebrazioni a Subbiano
Le celebrazioni per il Giorno Dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate vengono celebrate a Subbiano nel giorno di sabato 5 novembre (anziché il 4) per consentire alla popolazione di poter partecipare.
La giornata che vede la deposizione di corone e mazzi di alloro nei vari luoghi che ricordano i caduti di tutte le guerre inizierà alle ore 9 dal Palazzo del Comune, nella cui facciata due grandi targhe in marmo custodiscono i nomi di coloro che persero la vita nella prima e nella seconda Guerra Mondiale, proseguirà alla stazione Ferroviaria di Capolona Nord/Subbiano incontrando anche l’amministrazione Comunale di Capolona e quindi si fermerà al monumento del “Milite Ignoto”, che i subbianesi vollero per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria nella prima Guerra Mondiale, quindi il saluto dell’Arma dei Carabinieri, in rappresentanza delle forze armate. L’’ultima tappa della celebrazione nel paese sarà al cimitero di Subbiano dove si trova la cappella sacrario della Seconda Guerra Mondiale.
Il presidente dell’Associazione Bersaglieri di Arezzo, Alfredo Andreini alle 11,15 renderà omaggio assieme all'amministrazione omaggio ai caduti nel piccolo cimitero di Poggio D’Acona, dove una targa di marmo fuori dal cancello ricorda i figli di Subbiano che mai fecero ritorno dalla guerra. A benedire la corona di alloro, che vi sarà deposta, sarà il parroco di Santa Mama, Vogognano, Poggio D’Acona con gli onori che saranno dati ai caduti grazie alla tromba di Edo Bonucci.
“Un cimitero - afferma il sindaco Ilaria Mattesini - che abbiamo restaurato da pocorappresenta la memoria collettiva di un luogo e quella lapide consegna alla storia di Subbiano tante storie a cui noi dobbiamo guardare con rispetto, ricordando giovani che hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere, valori che sono immutati nel tempo”.
Tra le storie da raccontare, grazie alle ricerche di Lia Rubechi e Luciano Maestrini, c’è quella di due fratelli, Santi e Ferdinando Giuseppe Antonelli. Santi, classe 1899, morì nella Prima guerra mondiale che contò ben 108 morti subbianesi: la sua fu tra le cinque salme che poté essere seppellita nel cimitero del paese natale. Ferdinando Giuseppe Antonelli, classe 1886, frate francescano, fece ritorno da quella guerra, fu poi vescovo, cardinale e segretario della commissione per la riforma della Sacra Liturgia, morì a 97 anni e fu sepolto alla Verna.