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Rsa Stia a rischio chiusura: azienda e familiari degli ospiti a confronto. Gli operatori: "In bilico trenta posti di lavoro"

Questo pomeriggio alle ore 17 al teatro degli Antei si incontreranno il sindaco Caleri, l'azienda e i familiari degli ospiti della struttura. Oltre trenta lavoratori si mobilitano con un sit-in di protesta per manifestare il loro disagio

L'inchiesta pubblica che ha coinvolto il consorzio Reses ex Agorà inizia ad avere delle ricadute sia sugli ospiti delle strutture che sui lavoratori. E' in calendario per le 17 di questo pomeriggio un incontro tra l'amministrazione di Pratovecchio Stia, l'azienda e i familiari degli ospiti dove verrà fatto il punto della situazione all'indomani della maxi evasione di ben 26 milioni di euro con un meccanismo che dal 2013 si basava sull'apertura e sulla chiusura di cooperative che gestivano i servizi.

L'organizzazione è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Arezzo che lo scorso 4 giugno ha eseguito tre ordini di custodia cautelare (un arresto in carcere e due ai  domiciliari) nei confronti dei vertici. Secondo il castello accusatorio costruito dalla procura di Arezzo, sarebbero stati Daniele Mazzetti, Letizia Beoni (rappresentante legale del consorzio di cooperative) e Alessando Corsetti (consulente che si occupava degli aspetti contabili), menti e braccia dell'organizzazione. Tra le preoccupazioni dei dipendenti, i quali non sono stati convocati alla giornata di oggi, c'è quella riguardante la paventata chiusura della Rsa di Stia. 

Su questo tema come detto si concenterà l'incontro tra l'azienda, il sindaco Caleri e i familiari degli ospiti della struttura per delineare il futuro. Per questo motivo hanno organizzato un sit-in di protesta con striscioni e slogan per manifestare il loro disagio.

"Noi operatori questo pomeriggio saremo presenti con una manifestazione silenziosa davanti al teatro degli Antei con delle maglie bianche con scritto 'Presente'. Abbiamo saputo della chiusura della struttura dai sindacati e del successivo licenziamento. Attendono l'ok dei familiari per il trasferimento degli ospiti, una ventina, in un'altra struttura per poi comunicarci il licenziamento. Silenzio assoluto dall'Asl, dal sindaco e dall'azienza, nessuno ci ha mai convocato per parlare del nostro futuro. Siamo più di 30 operatori coinvolti". 

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