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Anziano trovato morto lungo la ferrovia, il figlio: "Assurdo archiviare il caso, voglio chiarezza"

Gianni Andreucci, il figlio dell'83enne originario di Stia, malato di Alzheimer che si era allontanato da casa il 31 luglio, chiede chiarezza sulla morte del padre. "Se la sua presenza fosse stata segnalata tra i binari, adesso forse sarebbe salvo"

La morte di Alvaro Andreucci, l'83enne originario di Stia, malato di Alzheimer che lo scorso 31 luglio si è allontanato da casa a Rovezzano, forse proprio per raggiungere il suo amato Casentino, potrebbe essere archiviata come morte naturale. 
Ad annunciarlo è stato il figlio Gianni, che con un accorato post chiede su Facebook chiede che le indagini non vengano chiuse perché, secondo lui la morte del padre si sarebbe potuta evitare. 

“Mi chiedo – ha scritto Andreucci - come sia possibile che un'autorità inquirente possa derubricare il caso della tragica, assurda, inspiegabile scomparsa  di mio padre a "causa di morte naturale". Mio babbo è morto dopo un volo di 3 metri in un pericoloso anfratto della ferrovia non delimitato da alcuna protezione, dopo avere camminato  indisturbato tra i binari della ferrovia sotto il sole abbagliante di luglio  per più di un'ora percorrendo a piedi ben 1.300 metri,  mentre attorno a lui sfrecciavano innumerevoli treni senza che nessun meccanismo di controllo delle FS si sia attivato e lo abba segnalato come dovuto in questi frangenti”.

I dubbi del figlio sono numerosi: dalla dinamica del drammatico incidente, al fatto che quell'anfratto non sia stato segnalato e che il tratto di binari non sia stato sorvegliato da nessuno. 

“Sarebbe bastata una segnalazione ed adesso lui sarebbe qui come me a condividere le gioie di un Ferragosto che invece è per me un vero e proprio inferno.  Quale enorme insensibilità o profonda carenza cognitiva può portare a definire "morte naturale" un decesso così atroce? E chi mi dice che lui sia morto sul colpo, o invece purtroppo possa avere sofferto ore o peggio giorni in quel maledetto pozzetto? 
Trovo che ci sia molto da riflettere e da approfondire e non mollerò fino a quando non sarà fatta chiarezza. Non lo devo solamente a mio babbo, ma ad evitare che qualcun altro un giorno possa incappare malauguratamente nella stessa tragica sorte”.

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