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Passo dei Mandrioli interdetto ai tir. Chiassai: "Non è questa la soluzione, occorrono progetti"

La presidente della Provincia: "Mi sono rivolta alle autorità competenti per trovare tutti insieme la migliore soluzione a vantaggio dei territori"

Interdire il transito ai mezzi pesanti lungo la strada regionale 71 nel tratto compreso tra il passo dei Mandrioli e il centro abitato di Bagni di Romagna. Una possibilità che, inevitabilmente, creerebbe significative difficoltà al trafficio veicolare da e per il Casentino e sulla quale i sindaci di Bibbiena e Poppi hanno posto particolare attenzione. Sentimenti condivisi anche dalla presidente della Provincia, Silvia Chiassai Martini che sulla questione si è rivolta alla prefetta Maddalena De Luca, al presidente della Regione Eugenio Giani e all’assessore regionale Baccelli.

“Sono molto preoccupata perché l’ipotesi di interdizione della viabilità ai mezzi pesanti in questo tratto della Sr71 - afferma la presidente - provocherebbe ingenti danni economici alle aziende dell'Aretino visto che è l‘unico collegamento viario per i comuni dell’alto Casentino con l'Emilia Romagna e il nord est. Il danno conseguente alla chiusura al traffico sarebbe di proporzioni difficilmente quantificabili per la vallata, oltre al preoccupante disagio dal punto di vista sociale per l’intera comunità. Tenuto conto che il Casentino risulta già ampiamente svantaggiato sul piano infrastrutturale e che, secondo i dati Istat, si colloca tra i 141 distretti industriali italiani di maggiore rilievo, è impensabile che debba subire un’ulteriore penalizzazione. Comprovato che il tratto di strada del versante romagnolo, presenta dei problemi, la soluzione a mio avviso non può essere l’interdizione completa al traffico pensante, bensì è auspicabile che vengano messi in atto interventi per la messa in sicurezza della strada o progettata una viabilità alternativa. Mi sono rivolta alle autorità competenti perché, in accordo anche con le istituzioni dell'Emilia Romagna, si possa tutti insieme trovare la migliore soluzione a vantaggio dei territori senza alcuna ripercussione sull’economia e sulla qualità della vita dei cittadini”.

Vagnoli: "Follia pensare la chiusura dei Mandrioli ai camion"

“La chiusura al traffico pesante del Passo dei Mandrioli è impensabile. Metterebbe in ginocchio le tante e importanti aziende che abbiamo sul territorio, aziende di spessore nazionale che fanno del nostro distretto, quello di Bibbiena, uno dei 140 distretti industriali italiani di maggior rilievo recensiti da Istat”. Con queste parole il primo cittadino di Bibbiena, Filippo Vagnoli, torna sul tema dell’interdizione al traffico pesante dei Mandrioli paventata dal sindaco di Bagno di Romagna. A seguito di questa proposta Vagnoli il 12 gennaio scorso aveva inviato una lettera a vari enti tra cui le regioni Toscana ed Emilia Romagna, la Provincia di Arezzo ed i comuni coinvolti. Nella lettera il primo cittadino sottolineava l'importanza che la strada in oggetto riveste per il territorio Casentinese essendo la principale via di accesso alla Romagna e alle rotte del nord-est/sud-est per il nostro territorio.

L'ipotetica non percorribilità rappresenterebbe un danno di proporzioni difficilmente quantificabili per l'economia del versante Toscano. Infatti, un'ipotesi di interdizione della strada al traffico pesante provocherebbe ingenti danni alle aziende Casentinesi in quanto non esistono alternative viarie praticabili. È importante infine ricordare che il nostro territorio Casentinese risulta già ampiamente svantaggiato dal punto di vista delle infrastrutture e che il rilevante distretto industriale presente non può e non deve subire un ulteriore "colpo" di tal misura. Se il tratto di strada del versante romagnolo presenta delle criticità, la soluzione non deve andare verso l'interdizione al traffico pesante, bensì verso un’attenta progettazione e investimenti da parte delle autorità competenti per poterlo mettere in sicurezza o comunque per poter garantire una viabilità alternativa per esempio variante stradale Soci- Bagno di Romagna. Quello di vietare non può essere più un modo di operare ragionevole soprattutto quando di mezzo ci sono economie importanti che riguardano un intero territorio”.

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