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La Cgil: "L'Unione dei Comuni del Casentino non può reggersi sulle convenzioni. Serve un rilancio entro il 2021"

Il sindacato insiste sul futuro dell’Unione dei Comuni del Casentino: tra le priorità la sede e il progetto di gestione, che sia solido e duraturo. "Non si può certo basare sul sistema di convenzioni"

"L'Unione dei Comuni del Casentino, proprio per la natura solidaristica da cui prende le proprie origini, non può reggersi su un impianto legato alle convenzioni, dove le amministrazioni possono decidere se e come starci dentro". L'affondo è della Funzione Pubblica della Cgil di Arezzo che spiega: "Il sistema delle convenzioni non assicura la presenza e la solidità di un ente pubblico che rappresenti tutto il Casentino e i suoi cittadini nei vari processi istituzionali e nei tavoli in cui si decide il futuro della vallata sui temi della sanità, salute, sviluppo economico, occupazione, scuola e trasporti, oltre i servizi già presenti per le foreste, la bonifica, la polizia Municipale e la cultura".

L'attacco della Fp Cgil

Il sindacato insiste sul futuro dell’Unione dei Comuni del Casentino: tra le priorità la sede e il progetto di gestione, che sia solido e duraturo. "Non si può certo basare sul sistema di convenzioni".

È necessario un impegno convinto di tutte le amministrazioni nell'ente unione, che credano pertanto in un progetto più profondo da delineare entro il 2021, partendo da una sede che ad oggi necessita di essere ricostruita per la sicurezza dei lavoratori e degli utenti. In questi anni l'Ente ha sofferto proprio della aleatorietà con cui è stata percepita dagli amministratori stessi, divenendo al bisogno valvola di sfogo per necessità o responsabilità da attribuire. Noi pensiamo che, se si crede nelle gestioni associate, indispensabili per la nostra vallata, non possano essere fatte se non con un ente vero e proprio quale un'Unione, con continuità di partecipazione a progetti e servizi. Chiaramente in un mondo costantemente perfettibile, alla Regione chiediamo di riconoscere a questo ente un ruolo  più funzionale ai Comuni, che sempre più spesso con fatica stanno svolgendo. Ad esempio nelle materie quali la pianificazione del territorio, progettazione e appalti, personale, consentendo ai comuni di dedicarsi maggiormente ai servizi al cittadino. La criticità di questi tempi, che coinvolge l'Unione come i comuni stessi è l'organico sempre più in sofferenza, visto i pensionamenti incessanti e non sostituiti. Credere nell'Unione e nelle professionalità che esprime deve concretizzarsi in un piano assunzionale importante e condiviso con i Comuni. L'invito pertanto a tutte le amministrazioni è quello di non cedere alla tentazione della strada più breve con scelte frammentate e dettate dell'opportunità contingente,  che renderebbe  ancora più fragile quel sistema solidaristico richiamato dal sindaco di Bibbiena. Sentiamo la necessità di un confronto,  da qui al 2021, costruttivo per il quale ci rendiamo assolutamente disponibili a dare nostro il  contributo,  fatto da quei lavoratori che quotidianamente con la loro esperienza e professionalità interagiscono con i colleghi delle amministrazioni comunali per rendere al meglio i servizi ai cittadini.

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