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Dal Casentino al Cto di Firenze, con gli anziani del suo paese nel cuore. La storia di Matteo Innocenti

La spinta alla sua carriera è arrivata dalla famiglia: i suoi genitori, sua sorella ma soprattutto nonna Luciana, la sua musa e la sua forza

Dai boschi del Casentino, sua grande passione, è approdato alla carriera medica che lo ha portato in prestigiose università europee, al premio dell’Università di Firenze come miglior studente nell’anno 2015 fino all’insegnamento. Matteo Innocenti, classe 1989 casentinese di Pieve a Socana, il paese dell’ara etrusca vecchia di 2500 anni ha percorso una lunga strada. 

Oggi è medico al Cto di Firenze e continua a fare ricerca pubblicando i suoi articoli su riviste prestigiose, oltre ad essere ospite in numerosi centri di chirurgia di fama internazionale. 

Le parole di Matteo non lasciano dubbi su come la strada di ognuno possa essere segnata dalla forza di volontà:

"Al liceo scientifico di Poppi ho avuto la fortuna di avere alcuni docenti che mi hanno motivato tanto e incuriosito, come la professoressa Ghelli e amici con i quali è stato possibile avere una sana competizione. Due elementi essenziali. Alla fine del liceo ero combattuto tra diverse strade: alla fine ho scelto medicina perché potevo unire tutto ciò che mi piaceva ovvero meccanica, chimica, fisica e da qui ortopedia. Ma devo dire che la spinta più grande alla scelta della specializzazione in ortopedia me l’hanno dato gli anziani del mio paese, con i quali ho sempre avuto una bella relazione. Insomma, alla fine quello che sono lo devo anche a loro. Volevo fare qualcosa di utile per chi aveva dei problemi dovuti all’età".

La spinta alla sua carriera è arrivata dalla famiglia: i suoi genitori, sua sorella ma soprattutto nonna Luciana, la sua musa e la sua forza.

La vita è una commistione tra cose fortuite e cose volute - dice Matteo -. Se riesci a spingere verso ciò che vuoi con tutto te stesso e con onestà intellettuale in riferimento alle tue capacità, poi riesci anche a piegare un po’ la casualità a tuo favore. Ma l’onestà verso se stessi è fondamentale. Hai un sogno? Bene, chiediti subito se hai le capacità necessarie a realizzarlo. Se la risposta è positiva, spingi più che puoi e nulla è impossibile”.

Gentile, attaccato al suo paese, alla sua gente, Matteo vive la sua professione non solo come una missione, ma anche come un mezzo per aiutare il prossimo.

Per arrivare all’eccellenza sugli studi della patologia degenerativa degli arti inferiori è arrivato fino in Olanda nel miglior centro Europe ed è tornato indietro.

Matteo racconta così la sua esperienza: "Le mie giornate sono fatte di ricerca, studio, insegnamento ai ragazzi più giovani.  Ore di impegno ma anche di serenità, perché faccio quello che amo. Ho riscelto l’Italia perché è il posto più bello del mondo. Certo noi giovani dobbiamo fare più lavoro. E’ vero che qui da noi si dà più importanza all’esperienza, mentre all’estero è diverso. Ma qui in Italia c’è più spazio per le idee e se sei davvero determinato alla fine ce la fai".

Matteo ha un sogno nel cassetto. Un progetto importante legato al suo Casentino:  "Il centro migliore in Europa per la patologia dell’arto inferiore è In Olanda. Quel centro non si trova in una grande città, ma in un piccolo paese circondato dal verde. E in quel piccolo paese si rivolge tutta l’Olanda. Perché non far diventare il Casentino un centro ortopedico di qualità a cui si rivolgono anche i cittadini? Perché non utilizzare questo come driver per una spinta economica dell’intera vallata?".

Nel frattempo Matteo continua a lavorare al Cto di Firenze, a fare ricerca, e ha accettato anche l’invito di un centro medico del Casentino per restare vicino ai suoi concittadini. A quegli anziani che tanto ama.

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