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Casentino Castel Focognano

Gian Matteo e Nicola, sono loro gli autori della 'spada nella roccia'

Sono usciti allo scoperto gli autori della 'Excalibur' comparsa tra Rassina e Pieve a Socana. "Ecco perchè l'abbiamo realizzata"

"Mi piacerebbe complimentarmi con l'autore" aveva detto il sindaco di Castel Focognano, Lorenzo Remo Ricci, presentando su Facebook la 'spada nella roccia' comparsa sulla sommità di Poggio Maggio, tra Rassina e Pieve a Socana. E così dopo alcuni giorni in cui si erano rincorse voci, rumors, indiscrezioni più o meno attendibile, gli artefici della 'Excalibur' casentinese sono usciti allo scoperto.

Spunta una "spada nella roccia" in provincia di Arezzo

Si tratta di due ragazzi, di 27 e 26 anni. Gian Matteo Kilicarslan, di professione elettricista, e Nicola Calori, impiegato, ma entrambi con la passione per le escursioni e, a quanto pare, anche per il Medioevo. Residenti entrambi nel comune di Castel Focognano, durante la 'Fase 1' dell'emergenza Coronavirus si erano promessi di andare appena possibile fin sulla vetta del Pratomagno, lì dove c'è un'altra spada della roccia.

Poi, con l'arrivo della 'Fase 2' ecco l'idea: perchè non realizzare un'opera simile però nel proprio Comune? Individuato come luogo ideale Poggio Maggio, Gian Matteo e Nicola hanno acquistato i materiali necessari.

"Rena, cemento, tutto l'occorrente per realizzare il piedistallo - racconta Gian Matteo - Nicola aveva la spada e l'ha donata per questa causa".

Non parlate però di scherzo, quanto semmai di un messaggio di speranza come quello che campeggia alla base della spada.

Gian Matteo e Nicola, così hanno realizzato la 'spada nella roccia'

"Il lunedì della riapertura ci siamo attivati e il venerdì seguente - prosegue Gian Matteo - siamo partiti alla volta di Poggio Maggio. Non è stato facile. Fino ad un certo punto siamo saliti in auto, poi a piedi con tutto il materiale sulle spalle ci siamo incamminati verso la sommità".

Un'operazione iniziata alle 17 e che si è conclusa alle 23.

"Perchè siamo usciti allo scoperto? Volevamo restare nell'anonimato è vero, poi però, visto che nessuno pensava che fossero dei ragazzi gli autori della spada, ci siamo fatti avanti. Questo per far capire che i giovani non pensano e non sono solo quelli della 'movida' come si sente dire. Volevamo dare un messaggio di speranza di un evento che ha colpito il nostro mondo".

Adesso viene da chiedersi se la spada resterà o meno a ricordo dell'emergenza sanitaria.

"Ci farebbe piacere se potesse restare lì - confessa Gian Matteo - a ricordo di cosa abbiamo passato e come messaggio di speranza. Non siamo stati in guerra ma abbiamo vissuto situazioni simili. La spada potrebbe essere un modo per non dimenticare, un invito a godere anche delle piccole cose".

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