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Tablet, computer e smartphone per gli studenti. Il dono di Prospettiva Casentino

Il materiale che è arrivato in questi giorni, verrà consegnato direttamente alle famiglie secondo criteri scelti dalla scuola

L’associazione di imprenditori “Prospettiva Casentino” ha donato 46 tablet, 46 custodie tastiera, 14 router e 11 smartphone agli istituti scolastici del territorio per indirizzarli a ragazzi, le cui famiglie, si trovano in questo momento in difficoltà nell’acquisto di materiale necessario per la didattica a distanza.

L’elenco dei dispositivi è emerso da un’attenta valutazione fatta dai dirigenti scolastici insieme ai docenti. Il materiale che è arrivato in questi giorni, verrà consegnato direttamente alle famiglie secondo criteri scelti dalla scuola.

La chiusura delle scuole disposta dal Governo per contenere il Coronavirus ha fatto emergere da un lato la necessità di fare ricorso immediato ad una modalità di interazione didattica nuova per le nostre scuole e dall’altro la difficoltà di accesso alla didattica a distanza per alcuni studenti in condizione di disagio economico-sociale.

Il grido d’allarme è arrivato a Prospettiva Casentino direttamente dalle scuole del territorio, le quali si poi sono rivolte subito all’Associazione che è stata ben disposta a venire incontro alle esigenze dei ragazzi che in questo momento sono più in difficoltà.  In alcuni casi a causa della mancanza di pc, in altre per il discorso della connessione, in altri poiché all’interno delle famiglie più numerose è spesso disponibile un solo dispositivo per più figli.

Il coronavirus - sottolinea il presidente dell’associazione Giovanni Basagni - ha colto impreparati tutti quanti compreso il mondo della scuola che si è scoperto in affanno su questo aspetto, come evidenziato anche dal Provveditore agli studi di Arezzo in un’intervista alla stampa alcuni giorni fa. Il gap digitale e tecnologico, tuttavia, deve essere superato ad ogni costo e questo anche per una ripresa più veloce e perché la nostra valle non si può permettere di avere un divario culturale di questo tipo. Diciamo che l’emergenza sanitaria ha scoperto qualcosa che magari potevamo intuire, ma non conoscevamo nel concreto. Come associazione abbiamo voluto prontamente rispondere ad una richiesta in piena emergenza fatta dalle scuole con cui stavamo collaborando e investendo parte dei fondi dei progetti che, a causa del momento, non sono potuti andare avanti come previsto. Ma, una volta finita questa emergenza ci siamo dati un obiettivo, ovvero quello di capire realmente questa problematica legata al digitale e quindi impegnarci per poter intervenire laddove possibile a seconda delle esigenze delle nostre scuole e delle nostre particolari competenze”.

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