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Tellini: "Favorevole a reparto Covid a Bibbiena". Ribadiscono il no Vagnoli e il Movimento 'Salviamo l'ospedale'

Alcuni cittadini si sono già organizzati con una raccolta firme per manifestare contrarietà. Martedì la riunione della conferenza zonale dei sindaci

"Sono favorevole alla trasformazione dell’ospedale del Casentino in ospedale Covid."

Il sindaco di Chiusi della Verna Giampaolo Tellini va controcorrente rispetto a quanto dichiarato finora dal sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli e spiega anche perché: "In questo momento di emergenza anche e soprattutto per la nostra vallata trovo che l’ospedale del Casentino sia una ricchezza in più, un servizio che dobbiamo sfruttare. I pazienti Covid non possono posticipare il loro ricovero, occupano posti in ospedale e al momento Arezzo non può quasi più accoglierli così che vengono trasferiti a Grosseto. Il problema riguarda anche i nostri malati che potrebbero essere accolti vicino a casa. La cosa mentalmente sarebbe più incoraggiante per i malati ma anche per le loro famiglie. Dobbiamo fare squadra e mettersi a disposizione non ostacolare."

Poche ore dopo Tellini continua la sua riflessione: "Fare il sindaco comporta delle responsabilità, si devono fare scelte anche scomode ma vanno fatte. Il Covid chiede interventi tempestivi e i malati di Covid non devono essere allontanati anche nelle cure. Dobbiamo scegliere l’urgenza pur scontentando qualcuno. Visto e considerato che, il periodo è ancora drammatico per la contagiosità e i ricoveri in tutta Italia e soprattutto nella nostra regione Toscana. Visto che abbiamo tuttavia bisogno di ospedalizzare più persone possibili in strutture idonee, trovo alla fine delle miei riflessioni, giusta la proposta di trasformare quella parte dell’ospedale di Bibbiena 'vecchia' inutilizzata a prendere nuovamente vita per accogliere e soprattutto curare questo maledetto virus. Premetto che i nostri pazienti devono esse curati con professionalità dando così ai Casentinesi e non solo la possibilità di essere curati al meglio come nei grandi centri. Potrebbe essere effettivamente una svolta di rinascita per il nostro ospedale. Certo è che “non dovrebbe “essere interrotta la chirurgia programmata nel nostro unico ospedale e nessun servizio attualmente in funzione non dovrebbe venire a meno. Che il presidente della regione Toscana si faccia carico di questa proposta e che metta a disposizione risorse economiche e umane per riattivare in tempi brevi quella parte di ospedale. Che arrivino a Bibbiena dottori, infermieri preparati, che si ridia lustro linfa vitale al nostro ospedale, che si ospedalizzino pazienti in strutture idonee al passo dei tempi."

A prendere di nuovo posizione contro è il sindaco di Bibbiena e il rappresentante del 'Movimento salviamo l'ospedale'. Le preoccupazioni più grandi del presidente dell'articolazione sanitaria e dei cittadini riuniti nel comitato, riguarda quei servizi sanitari essenziali di cui stanno usifruendo soprattutto molti anziani.

“La montagna è già sacrificata da una serie di impedimenti strutturali - commenta Vagnoli - I servizi che il nostro ospedale offre a questo territorio sono ritenuti essenziali. Se il presidio del Casentino dovesse diventare un ospedale covid19 avremmo un problema ancora più grande di tenuta sociale e soprattutto di diritti ai nostri cittadini più fragili e non lo possiamo permettere”.

“Chiediamo che vengano vagliate altre possibilità - spiega il presidente del movimento Giovannini - Sappiamo per esempio che su Arezzo esistono immobili sanitari non utilizzati che potrebbe essere convertiti in questo momento in reparti covid per dare appoggio e sostegno al San Donato che sta vivendo delle grosse difficoltà”.

Filippo Vagnoli come presidente dell’articolazione zonale della sanità e il Movimento salviamo l’Ospedale ribadiscono: “Ci opponiamo con forza a questa malaugurata ipotesi poiché distruggerebbe quello che abbiamo ottenuto fino d oggi ma soprattutto metterebbe in ginocchio molte famiglie e persone fragili che già oggi fanno fatica a trovare un appoggio per le loro problematiche di salute. Ci sono altre opportunità, vengano prese in considerazione quelle e non la già fragile struttura della salute in montagna”.

Alcuni cittadini si sono già organizzati con una raccolta firme per unirsi al no di molte istituzioni casentinesi che martedì si riuniranno nel tavolo della conferenza zonale dei sindaci per discutere su questo tema.

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