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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Convergiamo e insorgiamo". I lavoratori della ex Gkn a Bibbiena. L'evento

Il prossimo 4 marzo, alle ore 18,30 presso il centro sociale di Bibbiena Stazione, alcuni dei lavoratori della Gkn saranno protagonisti di un incontro promosso da Casentino Antifascista dal titolo "Convergiamo e insorgiamo"

Porta la firma di Casentino Antifascista e Arci la lunga nota stampa che invita i cittadini e le cittadine a scendere in piazza al fianco dei lavorato della Gkn, l'azienda fiorentina tristemente nota per le pesanti vicende riguardanti licenziamenti di massa. Il prossimo 4 marzo, alle ore 18,30 presso il centro sociale di Bibbiena Stazione, alcuni dei lavoratori della Gkn saranno protagonisti di un incontro promosso da Casentino Antifascista dal titolo "Convergiamo e insorgiamo".

Per adesioni scrivere a casentinoantifascista@protonmail.com

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La nota stampa

Con i lavoratori della (ex) Gkn, con il Gruppo di Supporto, con la Comunità di Campi Bisenzio e di Firenze, con tutti i soggetti, le realtà e le associazioni aderenti in vista della manifestazione del prossimo 26 marzo a Firenze.

Passiamo il tempo a dirci che non si può fare nulla (o poco), che le cose vanno così, che non possiamo cambiarle (soprattutto dai margini) e che, comunque, farlo sarebbe faticoso o noioso che ci sarà sempre qualcuno a dirci cosa dire e cosa fare, che alla fine avrà sempre ragione questo o quello ed è inutile sperare di influenzarne le decisioni che, alla fine, “o mi tengo questo lavoro o non saprei cos’altro fare”, che “o me lo tengo a queste condizioni o, tanto, trovano un altro disposto ad accettarle”, che non c’è modo di seguire altro che non sia il profitto, non solo sul lavoro e nelle imprese, ma anche a scuola, nelle amministrazioni pubbliche, nella gestione della salute pubblica, che la cura di noi stessi e degli altri potrà forse arrivare un giorno, ma non può essere preventiva, deve passare dai sacrifici, dal dolore, dalla disperazione, dalla rabbia, dalla pietà (se tutto va bene). 

Pensiamo che come operai ed operaie, lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, cittadini, cittadine non abbiamo la forza, gli strumenti o addirittura il diritto di dire la nostra, di partecipare alle decisioni, di informarci ed essere informati, di ragionare sul nostro futuro ed imprimervi le nostre speranze e i nostri sogni che tanto arriverà sempre qualcuno più potente, più competente, più responsabile a sapere cosa è giusto per noi, a reprimere le nostre aspirazioni e ad imporre la sua realtà. 

Per questo spesso non sentiamo che una cosa che sta accadendo a Campi Bisenzio, a Prato, a Figline Valdarno, a Taranto, a Napoli, a Udine, a Torino domani potrà accadere a noi, che una fabbrica, una cooperativa, un ufficio, che oggi ci dà lavoro, domani, improvvisamente, potrebbe decidere di chiudere perché più conveniente andare altrove, delocalizzare, pagare meno gli stipendi, abbassare ancora di più le soglie di qualità e sicurezza, che un luogo di lavoro, una scuola o anche una famiglia, che oggi ci danno vita e speranza, potrebbero togliercele, se non ce ne prendiamo cura e non chiediamo loro di darcela, la cura, che le ricchezze che abbiamo a disposizione potrebbero esserci improvvisamente sottratte o, peggio, distrutte, per il guadagno di pochi, e la sofferenza di tutti.

E allora vogliamo capire, anche dalla nostra provincia, anche dalla nostra periferia, come dire no, che non sempre le cose vanno così, che non ci stiamo, che insorgiamo di fronte alle ingiustizie che da troppo tempo subiamo e vediamo subire tutt’intorno.

E vogliamo capire come farlo tutti insieme, insieme a tutti coloro che riescono ancora a credere in una società fondata su valori diversi, fondata sulla cura (delle persone, dell’ambiente, di tutti gli altri esseri viventi) e non sul profitto e, con questo sogno nel cuore e nella testa, si organizzano per farlo.

Anche noi, quindi, convergiamo, in vista della grande manifestazione lanciata per il 26 marzo a Firenze, incontrando, in un dibattito pubblico, rappresentanti dei lavoratori della (ex) Gkn di Campi Bisenzio e delle persone solidali che li hanno affiancati da quel 9 luglio 2021, in cui gli veniva comunicato, via email, il licenziamento.

La vicenda Gkn Firenze

Gkn è una multinazionale britannica che si occupa principalmente della realizzazione di componenti destinate alle industrie del settore automobilistico, grandi macchine, macchine agricole e mezzi per il movimento terra, e quello aerospaziale. 

Opera in oltre 30 Paesi con 51 stabilimenti produttivi e oltre 27.500 dipendenti. Tra i suoi vari stabilimenti ne ha due anche in Italia, uno a Campi Bisenzio, Firenze (acquistato dalla Fiat), e uno a Brunico, Bolzano. Nel 2018 la società viene acquisita da un grande fondo di investimento finanziario, Melrose Industries, e per lo stabilimento italiano (Gkn Driveline Firenze) arrivano i problemi. 

Dopo vari annunci di ristrutturazioni, il 9 luglio 2021 i dipendenti di Campo Bisenzio ricevono via e-mail la comunicazione di licenziamento.  Gkn, però, come molte altre imprese, non è affatto in crisi, ha mercato e lavoro, vuole solo delocalizzare perché più vantaggioso. I lavoratori non ci stanno, non ci stanno a far spazzare via, con un’e-mail, la loro vita, le loro famiglie, la loro storia, il territorio, la comunità, assieme a pezzi di politica industriale italiana. Sono molto organizzati. Dal 2007 i rappresentanti sindacali sono uniti in un Collettivo di Fabbrica, che conta fino a 30 persone e di cui fanno parte anche 12 “delegati di raccordo” (scelti ogni 12 mesi cercando di garantire una turnazione tra tutti i lavoratori) con la funzione di seguire l’organizzazione del lavoro reparto per reparto, turno per turno, e costruire, così, un legame più attento e solido tra il Collettivo e l’Assemblea dei lavoratori, in cui si riuniscono tutti i lavoratori. 

Occupano la fabbrica, iniziano turni per presidiarla e salvaguardare i macchinari, iniziano ad organizzare una resistenza ad oltranza, cercano e trovano il sostegno di una grandissima comunità (sindacalisti, lavoratori, lavoratrici, studenti, familiari, amici, attori, attrici, musicisti, circoli, ristoranti, negozi, addirittura la Protezione Civile, che installa una cucina da campo). Seguono la via giudiziaria, impugnando i licenziamenti, la via istituzionale, ricevendo il supporto del Comune di Campi Bisenzio, della Regione (in qualche maniera), dal Governo (a parole), la via propriamente politica, cercando di sollecitare una risposta collettiva. E ci riescono. Il 18 settembre 2021 organizzano a Firenze una manifestazione come non si vedeva da anni. Portano in piazza non solo la loro situazione, ma anche quella degli altri lavoratori che stanno subendo la stessa sorte (quelli della Whirpool, della Bakaert, di Alitalia, di Gianetti Ruote etc.), denunciano le condizioni disastrose del mondo del lavoro, la fine della politica industriale italiana, l’atteggiamento predatorio delle multinazionali, la repressione dei diritti (non solo del lavoro e sul lavoro), chiedono che lo Stato torni a tutelare le persone, le ricchezze del Paese, che sia pensata un’industria sostenibile e in armonia con l’ambiente e la comunità. 40.000 persone si uniscono dietro ad un’unica bandiera, che chiede e afferma di insorgere. 20 settembre la prima vittoria formale. Il Tribunale di Firenze accoglie il ricorso presentato dalla Fiom Cgil, accertando la condotta antisindacale della società e revocando il licenziamento. 

Continuano ad organizzare riunioni, assemblee, incontri con l’Università e la Ricerca (costruendo, con l’aiuto di ingegneri ed economisti, un piano di reindustrializzazione e proponendo la costruzione di un polo della mobilità sostenibile), incontri con alcuni autorevoli giuristi insieme ai quali scrivono una norma anti-delocalizzazioni, poi presentata in Parlamento grazie a deputati di Sinistra Italiana, Gruppo Misto e Potere al Popolo (e svuotata con la manovra di bilancio).   

Il 23 dicembre l’annuncio dell’acquisizione di Gkn Driveline Firenze da parte di Qf S.p.A. (del Gruppo Borgomeo) che dovrebbe traghettare lo stabilimento verso una reindustrializzazione (si parla di una possibile acquisizione da parte di un'azienda di macchinari per farmaci o di una di componenti per energie alternativa). Di pochi giorni fa l’ultima notizia. L’assemblea dei lavoratori ha approvato, quasi all’unanimità, l’accordo quadro raggiunto al Ministero per lo Sviluppo Economico, che ha una portata storica.

Tra le altre cose, i lavoratori ottengono 

- che, se entro fine agosto non si dovesse concretizzare la reindustrializzazione, Qf S.p.A. dovrà procedere direttamente alla reindustrializzazione con intervento di altri investitori o del capitale pubblico (con Invitalia);

- che sia formata una commissione di proposta e verifica sulla reindustrializzazione (dove è presente la rappresentanza sindacale) che può avanzare proposte in merito alla reindustrializzazione, così come richieste di verifica. La commissione dovrà, altresì, essere messa a conoscenza dei fondi pubblici utilizzati, che devono comunque essere vincolati a mantenere l’occupazione ad oggi esistente.

Non è, però, finita qui.

Non solo perché dagli accordi si deve passare ai fatti (tutti da verificare) ma anche perché i lavoratori della (ex) Gkn hanno sempre avuto chiaro che la vicenda non riguarda solo il loro posto di lavoro, ma i rapporti di forza della società e la società intera stessa. Per questo hanno iniziato a girare l’Italia per comprendere più a fondo i problemi che vive il Paese (ed i paesi), lanciando una proposta, a cui, anche noi, abbiamo aderito nella maniera più convinta:  una grande manifestazione, il prossimo 26 marzo a Firenze, per dire che no, non ci stiamo a subire questo stato delle cose e che, costi quel che costi, non rinunceremo ancora e ancora a vedere realizzati i nostri sogni.

L'evento si svolgerà chiaramente nel rispetto delle norme anti-covid.

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