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Dalle grotte dell'Elba al treno per il campo di lavoro. La straordinaria vita di Walter Cellai, l'uomo che sfuggì ai nazisti

Una storia straordinaria che racconta la vita di uomo, Walter, che da giovane lasciò impresso il proprio nome nella roccia poco prima di essere catturato dai nazisti

Walter Cellai nel 1943 aveva 23 anni. Come molti altri giovani della sua età era stato chiamato per il servizio di leva e per lui, la naja, aveva voluto dire trasferirsi dal bel Casentino a Capoliveri, minuscolo angolo di mondo sferzato dalle onde sull'Isola d'Elba. Ed è proprio lì, su quel lembo di terra, che ha inizio la storia di Walter, l'uomo che riuscì a resiste e liberarsi dalla tirannia nazista.

A distanza di poco meno di un secolo da quel momento, le comunità di Bibbiena e quella di Capoliveri si sono ritrovate per rendere omaggio ad un piccolo, grande e straordinario uomo che, senza volerlo, ha richiamato la curiosità di studiosi e speleologi lasciando, quello che è possibile definire letteralmente un segno nella storia.

Ma andiamo con ordine. Come detto il serzio militare per Walter aveva significato trasferirsi all'Elba. Qui il casentinese impresse il suo nome sulle pareti di una grotta prossima all'abitato di Capoliveri. Poche, semplici ma efficaci parole: "Walter Cellai, 1941 Bibbiena". Di lì a poco venne fatto prigiorniero dai nazisti i quali lo avrebbero voluto condotto in Germania in un campo di detenzione.

Il ritrovamento della scritta e l'incontro

Oltre 70 anni dopo, alcuni speleologi hanno ritrovato la scritta impressa sulla roccia da Cellai e così, animati dalla più fervida delle curiosità, hanno iniziato a fare ricerche sull'autore del graffito. Ed è stato attraverso i social che hanno scoperto come mettersi in contatto con Cellai, 101 anni compiuti.

La straordinaria vita di Walter

In concomitanza con le ricerche su chi fosse l'autore del graffito sono state ripercorse le tappe di una vita, quella di Walter, dalle mille e una avventura. Come detto, dopo la cattura a Capoliveri venne destinato ai campi di lavoro in Germania. Riuscì a scappare dal treno e, con il supporto di mezzi di fortuna, dal Brennero si incamminò verso Bibbiena. Una volta a Firenze riuscì a mettersi in contatto col padre che all'epoca faceva l'autista degli autobus. Convinto a tornare a casa accettò di indossare la divisa da lavoro del babbo per fingersi anche lui impiegato della Sita. Ma i due vennero traditi da una soffiata fatta da alcuni fasciti e finirono entrambi di nuovo in manette. Vennero portati a Ridracoli dove avrebbero dovuto prestare mano d'opera per le truppe naziste. Ma Walter non era affatto disposto ad abbassare la testa e, dopo essersi fatto colpire ad un braccio con una mazza, riuscì a scappare. Arrivò a Soci a piedi passando per l’Eremo e poi Badia Prataglia. Nella fuga per i sentieri del Casentino cadde rovinosamente riportando ferite importanti tanto da ritrovarsi all’ospedale a Santa Maria dove venne nuovamente acciuffato dai tedeschi. A salvarlo questa volta fu il parapiglia che si creò di lì a poco e che coinvolse sia le armate naziste che partigiane.

L'incontro tra i sindaci di Bibbiena e Capoliveri

Oggi, 30 ottobre, il sindaco del comune elbano ha raggiunto il suo omologo bibbienese per festeggiare insieme quest’uomo che ha unito, involontariamente, queste due realtà toscane. “La vita di Walter sembra un romanzo e oggi, col ritrovamento fortunoso della sua scritta nella grotta, siamo anche noi a dimostrarlo - ha specificato Filippo Vagnoli, sindaco di Bibbiena - Credo che il suo sia l’esempio di tutte le donne e gli uomini che nei momenti più duri della storia decidono di non sottostare al male e reagiscono. La sua personale vicenda ci può fornire un grande insegnamento anche oggi. Ovviamente la pandemia non può essere paragonata alla guerra vissuta da Walter ma è stata e è una grande prova per le generazioni di oggi. Il messaggio che ci regala oggi Walter è quello di mantenersi sempre forti e soprattutto di alimentare la speranza. Per questo motivo abbiamo voluto conferirgli una targa per immortalare questo momento”.

E’ stato per noi motivo di grande soddisfazione poter ripercorrere le tappe della storia attraverso la vita di Walter Cellai che nel corso della seconda guerra mondiale si trovava all’Isola d’Elba - ha detto il sindaco di Capoliveri Walter Montagna - La sua incisione riportante la data e il suo nome è stata ritrovata recentemente durante il risanamento di un avamposto militare degli anni ’40 nel golfo di Margidore-Acquarilli nel comune di Capoliveri. Trovarci tutti insieme in questi giorni e condividere un’esperienza simile è motivo di orgoglio ed espressione di un comune sentire: quello della necessità di ricordare la nostra storia, i nostri uomini e le nostre donne per valorizzare la nostra cultura”.

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