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Assoluzioni Banca Etruria, l'amarezza dei risparmiatori: "Sentenza prevedibile, pronti all'appello"

La vedova D'Angelo: "I soldi non mi ridaranno mio marito, andrò fino in fondo: è una questione morale"

C'è amarezza nelle parole dei risparmiatori. Disillusi, ma comunque combattivi, gli obbigazionisti vittime del default di Banca Etruria non demordono. La sentenza pronunciata questa mattina presso il tribunale di Arezzo, che vede una raffica di assoluzioni per gli imputati nel procedimento per il crac della Banca, era attesa e molto probabilmente verrà impugnata con un ricorso. 

"Attendiamo le motivazioni - ha spiegato l'avvocato Lorenza Calvanese che rappresenta Angelo Caramazza e Mauro Moretti, obbligazionisti che si sono costituiti parte civile - per poi valutare il ricorso in appello. Questa vicenda merita di essere affrontata in tutti i tre gradi di giudizio: il processo non è finito". 

Delusione emerge dalle parole di Caramazza, il risparmiatore che ha presenziato a tutte le udienze di tutti i procedimenti legati al dissesto dell'istituto di credito aretino: "L'esito del processo era nell'aria: ho seguito tutti i filoni processuali e avevo maturato grossi dubbi. La sentenza di oggi è stata la conferma. Vedremo adesso se e come la procura deciderà di muoversi, se ricorrerà in appello".

Granze amarezza anche per  Lidia Di Marcantonio, vedova di Luigino D'Angelo, il risparmiatore di Civitavecchia che si tolse la vita il 28 novembre 2015 dopo aver affidato 110 mila euro in obbligazioni alla filiale locale della Bpel. 

"Sono delusa e amareggiata - ha spiegato tramite il suo legale -, certo in caso di condanna i soldi non mi avrebbero mai ridato mio marito. Adesso leggeremo le motivazioni e vedremo il da farsi". Per la signora Lidia è ormai una questione morale, di principio. E' decisa ad andare fino in fondo, proprio in memoria di Luigino. 

Anche la Federconsumatori interviene con una nota commentando la decisione del tribunale di Arezzo. 

"E' una sentenza che lascia l'amaro in bocca. Un solo condannato, tutti gli altri assolti. Attenderemo  le motivazioni della sentenza. Ma non possiamo non rilevare che i risparmiatori non hanno avuto la giustizia che si attendeva".

Una amarezza profonda, che mostra come tutte le aspettative riposte nel procedimento siano andate deluse: "Ci attendevamo che lo Stato con uno dei suoi poteri fondamentali, quello giudiziario, recepisse le istanze di giustizia dei risparmiatori. Uno stato civile deve dimostrare di avere gli anticorpi contro l' accaduto: quale sensazione potranno ricavare i cittadini di fronte a questa sentenza? Quale fiducia potranno avere nel sistema bancario? Una volta lette  le motivazioni della sentenza  confidiamo che la Procura ricorra in appello".

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