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Oltre il Covid, al San Donato riaprono reparti e sale operatorie. Innocenti: "Ritorno a ritmi pre pandemia"

Dallo scorso 1 ottobre i reparti hanno iniziato a riempirsi nuovamente di degenti: gli spazi che erano stati ridimensionati a causa della pandemia sono tornati a disposizione. Sale operatorie a pieno regime

Un ritorno al passato, guardando al futuro. L'ospedale San Donato allo scorso 1 ottobre ha iniziato a riaprire le sue porte riportando a regime alcuni dei servizi bruscamente ridimensionati a causa dall'emergenza sanitaria. 

"Il primo passo è stato fatto - spiega la direttrice del San Donato, Barbara Innocenti -  abbiamo riaperto molti posti letto di specialistiche mediche e chirurgiche che durante l'emergenza Covid erano state rimodulate".

Le sale operatorie stannto tornando a lavorare con lo stesso ritmo raggiunto prima della pandemia e vari reparti tornano ad accogliere i malati.

"I reparti chirurgici sono tornati a pieno regime, sia in merito alla programmazione dell'attività di sala operatoria che alla disponibilità di posti letto di degenza - conferma Innocenti -. Tutti i reparti chirurgici sono oggi nei setting tradizionali dove erano ospitati prima dell'emergenza, con l'eccezione della chirurgia vascolare che occuperà, insieme all'urologia, il reparto localizzato al terzo piano del quarto settore, quindi nel settore più nuovo dell'ospedale, dotato di tutti i confort aggiuntivi che caratterizzano questa parte del san Donato. Relativamente all'area medica, i reparti di gastroenterologia e nefrologia sono tornati alla disponibilità di letti pre pandemia e sono localizzati al secondo piano del quinto settore".

Discorso diverso per l'ematologia, che riaprirà completamente ai degenti, ma in attesa di piccoli interventi di manutenzione in quella che sarà la sede definitiva al quinto settore, rimane per ora localizzata al quarto piano del secondo settore, insieme alla neurologia.

"Le prospettive con i cantieri che partiranno tra pochi mesi sono veramente tante - spiega Innocenti -. Torniamo alla normalità con alle spalle un'esperienza (quella della pandemia ndr) che ha insegnato tanto, nel bene e nel male. E che ha lasciato una consapevolezza relativa alla nostra capacità di reagire, di adattarsi, di essere flessibili e coesi che è un valore aggiunto di fronte alle novità che si prospettano all'orizzonte". 

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