Franco Scortecci, amministratore unico di Coingas, è stato assolto perché il fatto non sussiste nell'udienza finale del processo di primo grado che si è tenuto oggi alla Vela. Era finito prima indagato e poi imputato per il reato di favoreggiamento. È stato il giudice Ruggiero a leggere la sentenza mentre Scortecci si trovava seduto tra i banchi dell'aula Miraglia insieme al suo avvocato.

"Ha vinto la verità, io che l'ho vissuta fin dall'inizio, con un ruolo da protagonista, la vicenda Coingas, sapevo dove ci fossero responsabilità, chi aveva sbagliato, chi aveva abusato, quindi ero tranquillo da quel punto di vista. Oggi c'è stato il trionfo della verità, in quel filone, al di là di alcune responsabilità del professionista fiorentino, per tutto il resto è venuto fuori che c'era inconsapevolezza."

Proprio l'aspetto della mancanza di consapevolezza, secondo Scortecci, sembra aver fatto la differenza nella sentenza, anche se per tutte le motivazioni la corte si è presa i canonici 90 giorni di tempo entro i quali le depositerà in cancelleria.

"Ma io di quell'inconsapevolezza ne ero convinto, perché l'ho vissuta fin dall'inizio, quando ho cominciato a sollevare alcune perplessità su quello che trovavo in azienda e neho parlato con alcuni interlocutori, sono tutti caduti dalle nuvole, ho assistito anche a telefonate con qualche responsabile che è stato maltrattato, ero consapevole che ci fosse inconsapevolezza."

Una sentenza che ha un significato personale, ma anche per l'azienda di cui è alla guida.

"Dopo 4 anni sotto al tritasassi è una bella soddisfazione, un peso che ti togli, senza rendersi conto quanto ha pesato questa vicenda non solo negli indagati, ma in tutti gli interessi del territorio. In questi 4 anni come azienda Coingas siamo stati in grosse difficoltà a gestire questa fase, abbiamo sprecato energie, abbiamo perso un minimo di autorevolezza nelle nostre partecipate, siamo stati un po' marginalizzati, essendo una situazione molto precaria. Adesso cercheremo di recuperare il tempo perso. Nel frattempo abbiamo lavorato per continuare a ottimizzare la partecipazione nostra in un contesto più ampio. Quando la verità viene fuori è sempre un piacere, ma è stata pesante, perché trovarsi trattati come colpevoli fin dall'inizio, additati come responsabili, anche viaggiare per strada, o subire una perquisizione una mattina all'alba dove ti frugano casa e mettono in piazza tutta la tua vita non è facile per chi non c'è abituato."

Ad attendere la notizia a casa i suoi cari, che sono stati immediatamente avvertiti dell'esito del processo.

"La prima telefonata a casa, poi mi sono congratulato con Macrì, con il sindaco, con chi ha vissuto questa esperienza. Ora vado in Coingas che ho un po' di cose arretrate da fare."

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