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Banca Etruria, il giorno della rabbia dei risparmiatori: "E' una vergogna, tutti sapevano". La sentenza per la truffa

Quattro condanne appaiono troppo poco agli occhi dei risparmiatori che hanno deciso di arrivare fino in fondo al procedimento giudiziario. Si chiedono come sia possibile, oggi, dopo quanto emerso nelle indagini, parlare di mancata conoscenza da parte dei dipendenti di quella che era la reale situazione dell'istituto di credito

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"E' una vergogna, il meccanismo ormai lo conosciamo. C'erano promozioni, ma anche penalizzazioni per chi era contrario al sistema di vendita delle subordinate: con che coraggio dicono che non sapevano nulla?". Il signor Domenico è incredulo. Con la rabbia a fior di labbra, di fronte alle telecamere non ce la fa a trattenersi e racconta quanto sia dura da digerire quella sentenza. Lui è uno dei tanti risparmiatori azzerati in seguito al decreto Salvabanche e ieri era in aula per ascoltare la sentenza del processo che vedeva imputati 13 tra dirigenti, direttori di filiale e dipendenti, accusati dei reati di truffa e istigazione alla truffa. 

Il giorno della sentenza: dalle richieste del pm alle decisioni del giudice

Le quattro condanne appaiono troppo poco agli occhi dei risparmiatori che hanno deciso di arrivare fino in fondo al procedimento giudiziario. Si chiedono come sia possibile, oggi, dopo quanto emerso nelle indagini, parlare di mancata conoscenza da parte dei dipendenti di quella che era la reale situazione dell'istituto di credito.

Quelle quattro condanne però possono essere interpretate anche in modo diverso

"indicano - afferma l'avvocato Lorenza Calvanese che rappresenta due risparmiatori - che l'impianto accusatorio costruito dalla Procura ha retto: a certe condizioni e di fronte a soggetti deboli, vendere quelle obbligazioni subordinate era ed è un reato. E questa sentenza eviterà tragedie in futuro". 

Quattro dipendenti condannati: le perplessità e il rammarico dei sindacati

E la famigerata cabina di regia? Per il giudice non c'è stato reato. "La cabina di regia non esisteva", replicano gli avvocati difensori dei dirigenti. Il perché di questa convinzione del collegio però si potrà sapere con certezza solo leggendo le motivazioni della sentenza che verranno depositate entro 90 giorni. Non sembrano essere stati abbastanza chiari i documenti che dovevano mostrare i legami tra i membri della "cabina" e i direttori di filiale, difficile forse per questo accertare l'istigazione. Difficile inoltre potrebbe essere stato provare che nel 2013 fosse prevedibile quanto sarebbe accaduto di lì a due anni: pur conoscendo la situazione della banca infatti, secondo i difensori, non sarebbe possibile intuire che ci sarebbe stata una nuova normativa (quella del bail in) che avrebbe messo definitivamente la parola fine alla storia dell'istituto di credito. 

I risparmiatori, che durante le ultime fasi dell'udienza avevano intuito come la sentenza potesse non volgere a loro favore, sono pronti a ricorrere in appello. "Affinché in futuro non verifichi più una situazione come questa". 

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