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Vaccino Covid: seconda dose inoculata al 76% degli aretini. Beltrano (Asl): "Pronti con i richiami booster"

La dose booster è destinata a "popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale"

Valdarno e Valdichiana, con l'85 per cento di copertura sul totale della popolazione, sono in assoluto le vallate con gli indici più alti della provincia. "Ma guardando la situazione da un'angolatura più ampia - spiega la dottoressa Anna Beltrano, responsabile della campagna vaccinale nonché direttore del distretto Valdichiana per la Asl Toscana sud est - possiamo dire che siamo giunti ad un livello di copertua significativo".

Conteggiando i cittadini che hanno ultimato il ciclo vaccinale, e dunque ricevuto anche la seconda dose, la percentuale di immunizzati si aggira attorno al 76 per cento. "Adesso inoltre - aggiunge Beltrano - dovremmo essere in grado di recuperare ulteriore tempo perché abbiamo riportato a 21 e 28 le inoculazioni delle seconde dosi di Pfizer e di Moderna. Questo ci consentirà di accelerare sulla tabella di marcia".

Secondo l'ultimo report della Asl (aggiornato al 24 settembre) in tutta la provincia di Arezzo sono 440.225 le dosi di vaccino somministrate di cui, 496 terze dosi.

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Addizionali e booster: il calendario

Dal 20 settembre, come noto, anche ad Arezzo sono state avviate le procedure per l'inoculazione delle terze dosi di vaccino anti Covid. Attività che riguarda una fascia specifica di popolazione ovvero: 

  • trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
  • trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
  • attesa di trapianto d’organo;terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule Car-T);
  • patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
  • immunodeficienze primitive (per esempio sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile eccetera);
  • immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (per esempioterapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario, eccetera);
  • dialisi e insufficienza renale cronica grave;
  • pregressa splenectomia;
  • sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/μl o sulla base di giudizio clinico.

"Al momento - spiega ancora la dottoressa Beltrano - stiamo dando seguito a quelle che sono le indicazioni della circolare ministeriale. Dal prossimo mese, con ogni probabilità, passeremo a richiami delle dosi booster".

Ma che cosa sono le dosi booster? A chi saranno somministrate? La dose booster è destinata a "popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale". La dose booster verrà somministrata dopo almeno 6 mesi dall'ultima inoculazione. Tuttavia questo gruppo verrà definito meglio successivamente: la circolare chiarisce esplicitamente che "al momento, in base alle indicazioni del Cts, si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi".

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