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Sanità, David Marri: “I piccoli ospedali come quello del Casentino rischiano di scomparire”

"C’è chi dice di tenere al territorio, poi ha svenduto la sanità, firmando i “Patti territoriali”, io voglio impegnarmi per fare in modo che il Casentino e la provincia di Arezzo abbiano il posto che meritano in Regione Toscana”

La Regione Toscana tratta Arezzo e le sue vallate, il Casentino in particolare, come un carciofo: fa promesse, ma nel frattempo leva le foglie. Non basta protestare, ci vogliono soluzioni”, dichiara David Marri, candidato alle regionali nella lista di Fratelli d’Italia Arezzo, in visita all’ospedale del Casentino di Bibbiena.

Pensiamo ad esempio al sistema socio sanitario, dove i servizi territoriali non sono mai effettivamente decollati e si può ringraziare l’instancabile impegno degli operatori se qualcosa funziona. Se consideriamo il presidio ospedaliero di Bibbiena, arrivano le dolenti note e mi riferisco in particolare alla ristrutturazione del Pronto Soccorso, che per quanto possa sembrare esteticamente bello, presenta delle criticità. Intanto manca la sala d’aspetto per gli accompagnatori dei pazienti: neve, acqua, sole, questi patiscono il disagio di dover rimanere all’aperto. Altro problema enorme: mancano le risorse umane. È inutile aver ristrutturato la struttura, ma avere un personale sotto organico di almeno 4 o 5 unità. Gli operatori effettuano turni inaccettabili, con l’azienda che disattende, tra l’altro, la normativa europea che regola i turni del personale sanitario. E pensare che le risposte ci sarebbero: sarebbe sufficiente intervenire sull’intero complesso ospedaliero, ristrutturando anche la dimenticata parte vecchia, basterebbe intervenire sulle specializzazioni, mi riferisco in particolare a quella chirurgica, per fare in modo che non venga depauperata. Per arrivare a questo, propongo che venga ridiscusso complessivamente il piano sanitario regionale, i piccoli ospedali devono avere ciascuno delle eccellenze. Un esempio e una proposta: con lo sviluppo del turismo naturalistico e del trekking nella nostra vallata, potremmo introdurre, come fatto in altre regioni d’Italia, una specializzazione in ambito ortopedico. Andando avanti così, il rischio è che l’ospedale rimanga solo un Pronto Soccorso che poco serve ai casentinesi. C’è chi dice di tenere al territorio, poi ha svenduto la sanità, firmando i “Patti territoriali”, io voglio impegnarmi per fare in modo che il Casentino e la provincia di Arezzo abbiano il posto che meritano in Regione Toscana”. 

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