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Polizia locale tra riforme e contratti da rivedere. Frondaroli: "Siamo dipendenti comunali, ma sempre in prima linea"

Il segretario provinciale del Sulpl, Davide Frondaroli, interviene alla vigilia dello sciopero previsto per il 15 gennaio e riguardante la condizione contrattuale degli agenti di polizia locale

“Ci sentiamo come un estintore: da usare solo in caso di emergenza. Passato il momento critico torniamo ad essere impiegati comunali che indossano una divisa e una pistola per i quali non è previsto alcun riconoscimento contrattuale specifico”. Davide Frondaroli, segretario provinciale del Sulpl, nonché agente della polizia municipale di Arezzo, racconta così la condizione riguardante la propria categoria lavorativa. Alla vigilia dello sciopero nazionale previsto per il 15 gennaio e indetto dal sindacato unitario lavoratori di polizia locale, ribadisce con forza quanto indispensabile sia una rimodulazione contrattuale per i lavoratori del settore delle polizie locali. “La riforma che è stata prevista - spiega - è inadeguata alle esigenze che attualmente ha il mio settore. Basta pensare che fino ad oggi il testo che disciplina la nostra categoria si basa su un documento approvato nel 1986. Trentasei anni fa è stato previsto che i vigili urbani venissero classificati come agenti di polizia locale con obblighi, mansioni e doveri equiparabili alle altre forze di polizia ma, nonostante questo, manteniamo un profilo contrattuale non troppo dissimile da quello di altri dipendenti comunali. Ma, pur nel rispetto di ogni lavoratore, è evidente che quello che faccio io non è uguale a quello di cui si occupa un impiegato dell’ufficio X del Comune. Siamo entrambi fondamentali per il buon funzionamento della macchina comunale ma, nonostante ciò, ciascuno ha delle mansioni differenti. La polizia municipale si deve far carico di intervenire in una miriade di situazioni: dalle multe per divieto di sosta alla regolamentazione del traffico, fino a presidi del territorio, interventi di pubblica sicurezza e rilievi durante gli incidenti stradali. Come ho detto: siamo da utilizzare in caso di emergenza, come gli estintori. Peccato però che di emergenze ce ne sono decine ogni giorno e, mettendo un attimo da parte la pandemia Covid, veniamo chiamati a supportare ogni genere di attività di controllo e ordine pubblico. Terminato il servizio però rimaniamo sempre degli impiegati comunali, senza alcuna copertura o riconoscimento contrattuale specifico per la nostra categoria”.

Davide Frondaroli in passato, così come altri suoi colleghi aretini ed italiani, è stato anche vittima di infortuni sul luogo di lavoro. Aggredito durante un’operazione, ha riportato ferite particolarmente importanti che lo hanno costretto a cure dispendiose e impegnative. “So bene quanto il nostro lavoro comporti rischi - spiega - molti colleghi hanno subito aggressioni simili alla mia. Purtroppo però contrattualmente non siamo tutelati e dobbiamo provvedere da soli. È evidente che tutto questo non è accettabile. Anche in una realtà piccola come Arezzo nei miei oltre 15 anni di servizio ho assistito in prima persona ad episodi particolarmente critici per i quali è necessario un intervento forte che miri a tutelare gli agenti. Dall’equipaggiamento fino ai riconoscimenti contrattuali. Tutto deve essere rivisto. Ci aspettiamo che le autorità competenti intervengano, prendano consapevolezza di questo aspetto ed equiparino il nostro status a quello di altre forze di polizia. Ci aspettiamo anche che le amministrazioni comunali e locali facciano altrettanto perché la dedizione al nostro lavoro non può prescindere dalla nostra sicurezza”.

L’astensione dal lavoro, per la Sulpl è stata proclamata nel rispetto della disciplina dei servizi pubblici essenziali. Le motivazioni dello sciopero sono da ricercare nella “riforma Testo Unico sul riordino delle funzioni e dell’ordinamento della Polizia Locale”; “l’accesso ai ruoli e progressioni di carriera”; “rapporto di lavoro previdenziali e assicurativi” e “assunzioni”.

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