Pavanel e i ragazzi della battaglia totale. A un anno da quel 5 maggio ecco i loro ricordi
Il gol di Cellini, le lacrime, l'attesa dopo il triplice fischio e la festa con i tifosi. Il racconto a un anno di distanza da quel 5 maggio. Ecco cosa ci hanno detto i ragazzi di mister Pavanel
"Qui è scesa qualche lacrima". A parlare è Aniello Cutolo. Al capitano abbiamo fatto rivedere quel gol siglato un anno fa da Marco Cellini che segnò la vittoria della battaglia totale. Un 5 maggio che è entrato, e resterà, negli annali di storia amaranto. "Tante cose le ho rimosse però quel gol e l'abbraccio con il Mosca non si cancellano - aggiunge Cutolo - ero stremato e non potendo rincorrere Cellini mi sono buttatto addosso al Mosca".
Questo il ricordo di Cutolo che si intreccia con quelli di Foglia, Luciani e Benucci, gli unici di quella formazione poi rimasti ad Arezzo. A loro, ma anche ai loro compagni di avventura in quella storica, epica, battaglia totale, siamo andati a chiedere cosa ricordano di quel giorno.
"Si è compiuta un'impresa straordinaria - sottolinea Massimo Pavanel - è un ricordo che porterò sempre con me. La vita poi si evolve e dobbiamo sempre guardare avanti. Ma proprio perchè nella vita i momenti belli sono pochi è meglio ricordarli bene. Da parte mia un grande saluto ai tifosi, a tutto lo staff che è stato con me lo scorso anno e a tutti quegli splendidi ragazzi che sono stati compagni di un'annata straordinaria".
"E' già passato un anno ma quella festa grandiosa non si dimentica - racconta Moscardelli - non solo per quello che abbiamo fatto noi sul campo ma anche per tutto quello che hanno fatto molte persone, chi da fuori ha aiutato muovendo i fili. E' stata una grande giornata che tutti noi ci meritavamo. Sono davvero contento di aver fatto parte di quel gruppo di uomini prima ancora che di giocatori, e di esserne stato il capitano. Un grosso in bocca al lupo, vi mando un abbraccio".
Ricordi indelebili come raccontano anche Lulli, Cellini, De Feudis e i giovani come Di Nardo, Della Giovanna, Semprini (fresco di promozione in A con il Brescia).
"Avevo il pallone tra le mani quando l'arbitro ha fischiato la fine dell'incontro con la Carrarese. Ho preso quel pallone e l'ho scagliato via con tutta la forza che avevo dentro di me - confessa il portiere Ferrari - è stata una liberazione anche se dovevamo aspettare i risultati dagli altri campi. Una stagione come quella, con tante difficoltà, non si può dimenticare. Quando siamo tornati da Carrara era difficile dire se avessimo vinto un campionato o se stessimo festeggiando solo una salvezza... E' stata la vittoria di una città intera".
Non mancano le curiosità nei racconti di alcuni ex amaranto. "Come non ricordare lo sfogo di mister Pavanel durante l'intervallo - svela Cenetti - a momenti rischia di farsi male ad un piede".
Ma quel 5 maggio c'era anche chi esultò a casa, davanti alla tv, incurante della caviglia malconcia e delle stampelle. "Mi feci male poci giorni prima della partita e non andai purtroppo a Carrara - racconta Perisan - al gol di Cellini esultai anche io alzando al cielo le stampelle".
L'immagine che più ricorre nelle loro parole è una sola ed è la festa a fine partita con i tifosi proseguita fino allo stadio.
"Il casino che abbiamo fatto sul pullman al ritorno con tutti quei tifosi ad attenderci allo stadio - parla Muscat - il pullman non riusciva a passare. Pensate che impiegai più di un'ora e mezzo per arrivare alla mia auto che era lì nel parcheggio. Tutti ci chiedevano una foto, volevano fare festa con noi".
Ma c'è anche chi pensando al 5 maggio corre con la mente ad un altro ricordo. "A me come prima cosa viene da pensare alla partita in casa del Pontedera perchè nessuno sapeva quale sarebbe stato il nostro futuro - confessa Sabatino - ricordo alcuni tifosi piangere e quei cori...E' stata una delle soddisfazioni più grandi della mia carriera. In bocca al lupo Arezzo per questi playoff!".