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Tra leggenda e malinconia: la vera storia dell'Omino d'Oro raccontata da Enzo Gradassi

Uomodoro. Ruggero, Bradamante e l'ippogrifo è l'ultima fatica letteraria edita per FuoriOnda

“Non disturbava, non chiedeva l’elemosina, non dava confidenza, non parlava. Sembrava essere in perenne osservazione. Guardava”.

Questa è la storia dell’Uomodoro. Quell’ombra, che stazionava vicino agli incroci del cento città e che si mostrava a tutti completamente vestito di abiti color oro. La sua vita, per molti, è stata un mistero tanto che nel tempo attorno a questa figura si sono create delle delle storie che sono rimbalzate di bocca in bocca andando ad alimentare quella che è diventata una leggenda tutta aretina.
Ma chi era davvero costui che negli anni del dopo guerra e fino alla fine degli anni ’70 sostava di cantone in cantone? Un fantasma per molti. Silenzioso, malinconico, solo.

Enzo Gradassi ha raccolto la “sfida” lanciatagli dall’amico Giampiero Bracciali della libreria Il Viaggiatore Immaginario ed ha dato il via alla sua ultima creazione letteraria dedicata alla ricostruzione dell'esistenza reale di quest’uomo. 

Il libro, dedicato alla memoria di Filippo Bagni e Piero Bruni le due vittime della tragedia sul lavoro avvenuta all’Archivio di Stato di Arezzo, sarà presentato il prossimo 17 dicembre alle 17 al Caffè dei Costanti.

Nota dell'autore

Si vestiva tutto d’oro e andava iin giro con una bicicletta dorata o sostava ai crocicchi del centro di Arezzo. Lo chiamavano “Uomodoro” o “Uomo d’oro”. Attorno a questa figura era nata una leggenda secondo la quale stava in attesa di un figlio perso in guerra.
E’ il protagonista dell’ultimo libro di Enzo Gradassi: Uomodoro. Ruggero, Bradamante e l’Ippogrifo, edito da fuori|onda e dall’8 dicembre in libreria.

Racconta, attraverso una rigorosa e documentata ricerca, chi era in realtà quella persona, quali siano state le sue origini, i suoi travagli, il suo modo di far fronte alle necessità del vivere quotidiano, le sue vicissitudini.

Ne viene fuori una storia completamente diversa da quella che gli aretini hanno conosciuto fino ad oggi: il risultato è imprevedibile e sorprendente perché svela dei misteri e ne apre altri, anche per quanti, nel tempo, hanno scritto la sua presunta storia di questo uomo-leggenda senza però andare al di là di quel suo, fino ad oggi, indecifrabile mascheramento.

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