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Nuovo ponte sull'Arno: ecco come sarà e dove sorgerà. Chiassai: "Servono 14 milioni subito"

La presidente della Provincia di Arezzo ha presentato il progetto riguardante il nuovo attraversamento che manderà in pensione il ponte romanico

Il nuovo ponte sull’Arno dovrebbe sorgere a poco meno di un chilometro di distanza da quello straordinario manufatto che dal 1277 unisce l’Aretino alle pendici del Pratomagno. Sarà lungo poco più di 240 metri e manderà definitivamente in pensione il ponte della Giocanda che, dopo tanto lavoro, potrà lasciarsi cullare dal placido scorrere dell’acqua. La nuova vita di Ponte Buriano, sulla carta, esiste già. Il progetto del ponte bis, redatto dallo studio Fhecor ingernieros consultores di Madrid, è stato presentato questa mattina all’interno della sala dei grandi del palazzo della Provincia di Arezzo direttamente dalla presidente Silvia Chiassai Martini. Con lei, oltre al personale dell’ufficio tecnico della Provincia, anche Luca Di Domenico per la Cassa depositi e prestiti.

Ma veniamo al progetto. Di fatto l’infrastruttura sorgerà a monte dell’attuale attraversamento e per accedervi sarà modificata la viabilità lungo la strada provinciale 1 Setteponti. In poche parole subito fuori dall’abitato di Quarata, in direzione nord, verrà realizzato uno svincolo con rotatoria che consentirà ai veicoli di attraversare l’Arno e raggiungere la provinciale dello Spicchio giungendo a pochi chilometri dall’abitato di Cincelli. Da qui i viaggiatori potranno ricongiungersi alla Setteponti oppure dirigersi verso Castelluccio.

I tempi di realizzazione? La consegna dovrebbe avvenire entro il 2026 a patto che “si trovino velocemente i 14 milioni di euro che servono per realizzarla”, ricorda la presidente Chiassai Martini. “Vorrei ribadire come, prima della pandemia, l’allora ministro della coesione aveva promesso l’arrivo di questi fondi. Successivamente però l’opera non è stata più ritenuta strategica e dunque non abbiamo mai incassato quanto promesso. Fatto sta che il territorio necessita di questa infrastruttura e il percorso per tutelare Ponte Buriano non può subire altri ritardi”.

Un cammino che, attualmente, è costato 3,4 milioni di euro di cui 1,3 per la progettazione e 2,1 per la realizzazione, installazione e successiva rimozione del ponte provvisorio, infrastruttura che andrà a fare le veci del romanico in attesa del definitivo.

“L’opera che presentiamo oggi - spiega la presidente Chiassai Martini - è per questa amministrazione motivo di grande orgoglio perché, fin dal primo giorno di mandato, mi sono personalmente impegnata affinché venisse realizzata. Non mi sono mai arresa neanche di fronte alle numerose problematiche che sono sorte, il cambio di Governo e del ministro della coesione che ci ha tolto inspiegabilmente il finanziamento per la realizzazione del ponte che era già stato accordato. Abbiamo lavorato alacremente per portare avanti la parte finanziata e siamo arrivati al progetto di fattibilità tecnica ed economica dello studio spagnolo Fhecor ingernieros consultores, vincitore del concorso di progettazione. Attraverso la realizzazione di un nuovo attraversamento sul fiume Arno, l’assetto viario della zona sarà più snello e veloce, migliorandone non solo la viabilità ma valorizzando anche tutte le aree limitrofe. Questo permetterà al ponte storico di essere finalmente valorizzato e ospitare soltanto mobilità leggera: pedoni e biciclette. Lo spostamento del traffico veicolare infatti consentirà il futuro restauro e risanamento conservativo del manufatto storico esistente, che continuerà ad essere un'opera che potrà garantire il passaggio di pedoni e ciclisti, ma allo stesso tempo potrà diventare oggetto di attrazione culturale e monumentale. Le due infrastrutture, la nuova del XXI secolo e la storica risalente al XIII secolo, saranno caratterizzate da un tracciato in pianta quasi parallelo, con l’obiettivo di realizzare un’opera visivamente armoniosa, all’avanguardia da un punto di vista ingegneristico proiettata al futuro ma in costante dialogo con il passato. Quando si amministra non bisogna mai perdere il fine ultimo, quello dell’utilità pubblica di realizzare opere funzionali a servizio del territorio che si merita una viabilità sicura ma anche di essere valorizzato dal punto di vista paesaggistico e storico”.

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