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Macchinario Menarini ritirato dalla Asl. Le accuse di Chiassai: "Sconcertante comportamento"

Il primo cittadino di Montevarchi accusa l'azienda sanitaria dopo l'annuncio del ritiro di "Vita-Pcr Menarini", strumento utilizzato per i test Covid in Valdarno

"Sono molto preoccupata, oltre che sconcertata, perché la nostra salute è nelle vostre mani". A prendere la parola è il sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini che, attraverso un videomessaggio pubblicato sui social, interviene circa la mancata validazione del macchinario "Vita-Pcr Menarini" utile alla diagnosi di eventuali soggetti affetti da Covid. Lo strumento, donato all'ospedale de La Gruccia attraverso una raccolta fondi che ha visto protagonisti i cittadini, era finito sotto osservazione dopo l'episodio che dei falsi positivi verificatosi in Valdarno. L'Asl Toscana sud est ha organizzato una commissione di esperti alla quale ha collaborato anche personale della ditta produttrice del macchinario. Non avendo superato i test, la macchina è stata dismessa in attesa di un aggiornamento da parte della casa farmaceutica.

Una scelta che non ha tardato a provocare il disappunto della prima cittadina di Montevarchi che ha puntato il dito contro la Asl. "Avevamo avuto formalmente dall'azienda sanitaria la certificazione sulla validità del macchinario - sottolinea il sindaco - Invece adesso apprendiamo, ancora una volta solo dalla stampa, che non funziona come deve. Sono senza parole. In che mani siamo? Una comunità si è mobilitata per dare risposta ad una carenza organizzativa e adesso è stata cambiata idea. Il tutto senza alcuna informazione formale. Se questo macchinario non va più bene allora risolvetelo voi il problema, perché il problema è in mano vostra. Siete voi che dovete gestire la sanità del nostro territorio, voi che avete la responsabilità di gestire questa situazione emergenziale. Il Valdarno è stato lasciato solo e dopo due mesi non c’è ancora un protocollo per seguire i pazienti da casa. Nella rsa avete fatto un disastro immane, ancora oggi sto chiedendo un protocollo da seguire in queste strutture e voi rimandate a noi la formalizzazione di direttive. Trovate voi un macchinario e donatelo al nostro territorio. Andate a parlare con i medici che sono in ospedale, che finalmente avevano uno strumento per una diagnosi immediata. Parlate con loro e capite qual è la differenza tra l’avere un macchinario con una risposta immediata. Sono molto, molto preoccupata, oltre che sconcertata, perché purtroppo la nostra salute è nelle vostre mani".

Non si è fatta attendere la presa di posizione da parte di Francesco Maria Grasso, portavoce di Montevarchi democratica.

"Il sindaco Chiassai Martini accusa la Asl toscana sud di incapacità e di grave negligenza nella attività dentro la casa di riposo di Montevarchi. Incapacità nel gestire l'utilizzo di un macchinario comprato con i soldi della comunità. Accusa la Asl di non conoscere le esigenze dell'ospedale del Valdarno e di non parlare con i dottori. Rimango basito. A me risultava che la casa di riposo di Montevarchi fosse una residenza gestita dal comune tramite la nomina del consiglio di amministrazione e del suo direttore. Dire all'Asl cosa avete fatto dentro le rsa significa addebitargli i 18 morti e le negligenze relative all'epidemia propagatasi all'interno. Attendo pertanto querela dell'azienda sanitaria in risposta a queste accuse. Da cittadino sono esterefatto di tutto questo e mi rincuora solo il fatto che mancano 10 mesi alle elezioni comunali. Faremo tutto il possibile per sostituire questa sindaca che Montevarchi non merita".

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