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Il Ministro dell'Economia Gualtieri ad Arezzo: "Stop alla sanità centralizzata, investimenti anche con il Mes"

Export, banda larga, Due Mari: le promesse per la provincia d'Arezzo. Il sostegno ai candidati Ralli e Giani e l'appello all'elettorato 5 Stelle: "E' un ballottaggio al primo turno tra chi sta col Governo Conte e chi lo contrasta"

Input all'export, banda larga, sanità territoriale e meno centralizzata, più asili nido. Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, ha annunciato alcuni degli investimenti da fare attraverso le risorse europee del Recovery Fund. Ha spinto per l'uso dei fondi del Mes, ha parlato del futuro della Due Mari e ha toccato anche la politica locale: "Il voto è polarizzato, invito gli elettori che si sentono rappresentati dal M5S a scegliere tra la destra nazionalista e populista che contrasta il Governo Conte, oppure Giani e Ralli". Ospite della convention provinciale del Partito Democratico di Arezzo, al centro congressi dell'A Point Park Hotel, ha parlato dopo il benvenuto del segretario di federazione Francesco Ruscelli e del candidato sindaco per la coalizione di centrosinistra Luciano Ralli, prima delle conclusioni dalla segretaria regionale del Pd Simona Bonafè.

Ministro Gualtieri, dopo i bonus, è arrivato il momento degli investimenti. La provincia di Arezzo ha una grande vocazione imprenditoriale con una spina dorsale economica costituita dal sistema oro-moda: ha sofferto enormemente durante il lockdown e ha faticato alla ripresa perché legata all'export, penalizzato dalle restrizioni della pandemia (chiusure internazionali, fiere di settore saltate). Lei ha detto "concentreremo le risorse", ma quando prenderanno corpo i progetti? E quali saranno, anche in relazione alle specificità territoriali di Arezzo?

"La pandemia ha spinto il Governo a prendere decisioni forti: non era scontato prenderle giuste di fronte a un virus che ci vedeva primi sulla frontiera in Occidente. Abbiamo deciso per il lockdown, facendo fortunatamente la cosa giusta. Siamo stati un grande modello per gli altri paesi. E soprattutto gli italiani hanno capito e condiviso. Ci sono stati morti, perdite e una crisi economica difficilissima, ma siamo in piedi e possiamo ripartire, perché abbiamo contenuto il virus, C'era un Governo nazionale, e regionale qui in Toscana, che si è fidato della scienza e non della propaganda. Fortunatamente viviamo in un Paese che ha costruito un modello di sanità universale e gratuito e non ha ceduto di fronte a chi vorrebbe privatizzarlo e smantellarlo. Siamo rimasti in piedi, contenendo il virus e riaprendo l'economia, tra l'altro anche grazie a un patto tra sindacati e Confindustria. E anche grazie all'Europa, che ha cambiato le regole e ha capito di non dover reagire con austerità ma con uno stimolo anticiclico immediato che ha avuto lo spazio di regole e anche sostegno dalla Bce per mobilitare risorse: naturalmente c'è stata una risposta immediata non strutturale ma necessaria, ovvero cassa integrazione per tutti, liquidità, fondo perduto. Sono state mobilitate tantissime risorse tenendo a galla il Paese. Ora siamo alla Fase 2, per noi una sfida e una opportunità. All'inizio in Europa eravamo da soli a chiedere di sospendere regole e vincoli, con la moratoria abbiamo fermato 300 miliardi di mutui e dato 100 miliardi di liquidità, poi non siamo più stati soli e addirittura all'unanimità siamo riusciti a far emettere centinaia di miliardi di Eurobond, cosa mai fatta prima, per sostenere progetti comuni e far ripartire l'economia. L'opportunità che abbiamo è quella di far leva sulle nostre eccellenze, e qui ad Arezzo ce ne sono tante, rafforzarle e sostenerle per raccogliere le sfide del futuro come innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione, coesione, sostenibilità. E abbiamo le risorse per farlo perché siamo riusciti ad ottenere questo risultato. Oggi abbiamo approvato le linee guida del Recovery plan, l'occasione non va sprecata. Non abbiamo aspettato il Recovery Fund per fare qualcosa di più strutturale - lo dico qui ad Arezzo che è una zona a vocazione imprenditoriale - e da subito abbiamo messo 1,4 miliardi sul patto per l'export, potenziando il fondo Simest della Legge 394/81 (fondo che finanzia a tasso agevolato tipologie di programmi a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese, nda), sostenendo le fiere e l'internazionalizzione, i digital manager, gli export manager. Ma ora inizia la Fase 2 e ci giochiamo tutto. Ma serve sinergia con gli enti locali. Serve una classe dirigente all'altezza di questa sfida in Regione e nei Comuni. E chi ha detto 'No' all'Europa o di uscire dall'Euro, ora non è credibile. Vengo da un incontro con il candidato governatore Eugenio Giani a Firenze, abbiamo parlato di progetti, infrastrutture: la Fano-Grosseto è una di queste. Serve una classe dirigente che abbia conoscenza e credibilità. Dei soldi del Recovery Fund non va sprecato un euro: le risorse verranno erogate quando avremo realizzato le tappe degli obiettiivi del progetto. Quando avremo portato la banda larga nelle zone bianche e grige, quando avremo innalzato i livelli di partecipazione agli asili nidi, quando i lotti delle infrastrutture saranno ultimati. La capacità di realizzare questi investimenti è collegata a una grande visione. L'Italia da troppo tempo cresce meno degli altri paesi dell'Unione, gli investimenti privati e pubblici sono sotto la media europea. Dobbiamo colmare questi gap e porci al centro di due grandi frontiere: la prima è quella della digitalizzazione, collegandola alla concretezza della manifattura per collocare il nostro saper fare nel terreno dell'innovazione. L'altra sfida è quella della sostenibilità, ambientale e sociale. Non solo come necessità di salvare il pianeta, ma come opportunità straordinaria per rilanciare l'occupazione, con attenzione a coesione sociale. Questa è la visione generale che si cala nella concretezza: rendere permanente industria 4.0, sostenere l'internazionalizzazione, portare dappertutto banda larga, costruire ovunque asili nido".

Durante e dopo la pandemia, un tema si è prepotentemente imposto nell'agenda politica, nazionale e locale, quello della sanità pubblica. Cruciale anche nelle campagne di queste amministrative. Servono risorse e lei pare favorevole all'accesso al Mes, vincolato a spese sanitarie. Però larga parte dell'opposizione è contraria e, anche in maggioranza, il M5S guarda con sospetto a questa linea di credito. Ma che differenza c'è con i prestiti del Recovery Fund che, corregga se sbaglio, paiono essere comunque privilegiati, cioè da restituire prioritariamente?

"Ho partecipato al negoziato per il Mes, le famigerate condizionalità sono state abolite, ce n'è una sola, ma benvenuta: spendere in sanità. Ed è un prestito a tasso zero più o meno come è la componente loans (quella dei prestiti, nda) del Recovery Fund. La nostra posizione è: più se ne prendono, di prestiti a tasso agevolato, meglio è. C'era chi diceva: 'figuriamoci se l'Italia otterrà tutte le risorse che vuole dall'Europa' e siamo usciti dal negoziato con più soldi di quanti ne chiedevamo inizialmente. E' lievitata la quota di prestiti del Recovery Fund. Ma questo non significa che non vogliamo altri prestiti. E speriamo che tutte le forze politiche si rendano conto che risparmiare miliardi di interessi ci può permettere di avere più risorse per una delle 6 missioni individuate dal Recovery plan (digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica; salute; infrastrutture nel segno della sostenibilità; istruzione e ricerca; inclusione sociale e territoriale, nda): ovvero la salute. Però il nostro Governo non ha aspettato ad aumentare le risorse per la sanità pubblica: lo ha fatto prima del Covid. Dal 1° settembre ad esempio abbiamo abolito il superticket. La salute sarà uno dei pilastri del Recovery plan. Durante l'emergenza abbiamo messo 8 miliardi per la sanità ma ora abbiamo la possibilità di fare il salto di qualità: innovazione applicata: fascicolo elettronico, ricerca, telemedicina; e poi la territorializzazione. Una sanità di prossimità: ecco quello che sosteniamo. Va decentralizzato il sistema sanitario, noi vogliamo ricostruire una policentricità del Paese. Serve una ricucitura, rispetto agli ultimi anni. Una delle trasformazioni che il coronavirus può portare è proprio questa: se si rinnova, si ricuce e si ricostruisce. Facendo welfare in periferia, anche i territori di provincia possono ritrovare una centralità produttiva e sociale. Il Paese va ripensato".

Lei fa parte di un governo di cui sono azionisti forze di centrosinistra come il Pd ma anche il Movimento 5 Stelle. A livello locale, però, gli accordi stentano. In Toscana e ad Arezzo, ad esempio, coalizioni di centrosinistra e M5S sostengono differenti candidati. Ritiene che l'esperienza nazionale sia alla lunga destinata a rimanere isolata?

"Penso che la prospettiva di un rafforzamento di un fronte democratico e progressista rispetto a questa destra nazionalista e populista può conoscere un salto di qualità. Intanto sono convinto che molti cittadini che voterebbero altre forze sanno già che in Toscana c'è un ballottaggio al primo turno. Molti elettori che si sentono rappresentati dal Movimento 5 Stelle dovranno scegliere - come a un ballottaggio - da subito, c'è una scelta secca: o si sostiene la destra nazionalista e populista, quella che contrasta il Governo Conte e le sue politice, o si sceglie Giani in Toscana. Che dire, se lo faranno al primo turno anche ad Arezzo bene, ma lì ci sarà una seconda possibilità, quella del ballottaggio vero. Che ci sarà per il candidato sindaco del centrosinistra Ralli, ne sono sicuro. Colgo l'occasione per fargli i migliori auguri, questa bipolarizzazione richiamerà gli elettori di buon senso a scegliere uno schieramento democratico, antifascista ed europeista, ma anche una persona di straordinaria capacità e spessore come Luciano Ralli".

Capitolo Due Mari, la grande incompiuta da Fano a Grosseto che attende da decenni l'ultimazione. Tempi di realizzazione?

"Abbiamo un grande progetto di riforme e investimenti, abbiamo già avviato il percorso di commissariamento della Fano Grosseto, inserendola nella opere prioritarie del dl Semplificazioni. Con l'aggiunta dei fondi europei, posso dire che vedrà finalmente e rapidamente la sua ultimazione. E' un'opera necessaria a ricucire questo Paese".

Servizio video di Matteo Marzotti

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