Il dramma dei giovani operai precipitati con l'auto nella cascata. Il racconto: "Quel versante è molto scosceso"
Parla il titolare dei terreni in cui si sta costruendo il maxi metanodotto Sansepolcro-Rimini: "Per arrivare nelle zone di lavoro ci sono piccole strade con grande pendenza. Il pick up ha imboccato una di queste, fangose per la pioggia e ha perso aderenza"
"Elicotteri, sirene. Qui mica si vedono e si sentono spesso. Abbiamo capito subito che era successo qualcosa di grave". Rofelle si trova a meno di quattro chilometri - ma parecchie curve - dal capoluogo, Badia Tedalda, a metà strada tra Arezzo e Rimini. Immersa nel verde dell'alta Val Marecchia, all'ombra del monte Botolino, tra boschi e corsi d'acqua. Il pick up Land Rover è una carcassa bianca di lamiere, un grosso sbaglio bianco che cattura l'attenzione scendendo uno dei sentieri scoscesi non lontano dall'antica chiesa medievale di Santa Maria.
C'è un guado lungo il tracciato che prosegue, mentre il torrente si tuffa giù per una decina di metri: una splendida cascata d'acqua ai cui piedi si trovano le lamiere del mezzo da lavoro. Ieri mattina, poco dopo le 7, il drammatico volo costato gravissime lesioni a tre degli occupanti - lavoratori under 40 - e serie ferite agli altri, tutti precipitati con l'auto nel dirupo. Un violento incidente sul lavoro: sfortunati protagonisti i cinque operai di una delle tante ditte che hanno preso un pezzetto del maxi appalto per la costruzione del grande metanodotto Rimini-Sansepolcro, che ha reso la zona un formicaio di mezzi fuoristrada e lavoratori. "Prima non se ne vedevano in giro, ora ci sono molti furgonati che vanno su e giù per queste stradine", spiega Piero, il titolare dell'unico ristorante della frazione, l'Herbosteria (specializzato in una cucina a base di erbe e fiori), svegliato dal clamore mattutino e corso sul teatro dell'incidente perché proprietario dei terreni su cui sta procedendo l'opera. Il metanodotto ha portato fermento in zona, parallelamente i turisti sono scemati negli ultimi mesi a causa delle restrizioni anti Covid. "Il ristorante? E' ancora chiuso, ovviamente. Come faccio a renderlo operativo all'aperto?", dice mentre il vento di montagna soffia con vigore tra gli anfratti della vallata a 10° di temperatura.
E poi racconta la sua versione dei fatti: "Qui dietro - dice indicando il versante del monte Botolino - è stato già fatto il traforo per un grande tunnel, attraverso cui deve passare il tubo principale. E ci sono altri micro-tunnel. Ogni impresa ha il suo cantiere nelle varie zone. Ora si sta facendo un tratto in cui il monte è particolarmente scosceso. Per arrivare nelle aree di lavoro ci sono delle piccole strade, con grande pendenza. Il pick up ha imboccato una di queste e a un certo punto - visto che nella notte ha piovuto e il terreno è diventato fangoso - immagino abbia perso aderenza, scivolando all'indietro, fino all'imbocco col sentiero principale, precipitando poi per una decina di metri nel greto del torrente". Proprio alla base della cascata. "Per fortuna i soccorsi sono stati efficientissimi, con il recupero dei feriti e il trasbordo in elicottero negli ospedali", aggiunge.
A meno di due settimane dal 1° maggio e 40 giorni dopo la morte di un operaio edile di Anghiari, il tema della sicurezza sul lavoro torna di prepotente attualità nell'Aretino, per il gravissimo incidente di ieri. Oggi, in mattinata, i tecnici del Pisll (prevenzione, igienze e sicurezza sui luoghi di lavoro) della Asl Toscana Sud Est indagheranno con scrupolo per attribuire eventuali responsabilità, comprendere se percorrere quella mulattiera in pendenza fosse sicuro e se il mezzo fosse indoneo. Nel fango, in salita, si scorgono ancora i segni delle ruote che avanzano e che poi, dopo pochi metri, bruscamente si arrestano. L'inchiesta cercherà di ricostruire i perché del tremendo volo nel fiume, per il quale cinque persone sono rimaste ferite, di cui tre in condizioni molto gravi portate al policlinico Le Scotte di Siena: si tratta di tre giovani, due italiani di 37 e 29 anni, uno siciliano e l'altro laziale, e un 36enne egiziano. Il 37enne è in prognosi riservata, al pari del 36enne (che è stato sottoposto ad una operazione d'urgenza), mentre il 29enne si trova in osservazione.