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Strage di Civitella, Ida Balò: "Non sarei qui se don Alcide non mi avesse insegnato il perdono"

Era solo una bambina quando i soldati della Hermann Göring entrarono a Civitella quel 29 giugno del 1944. La sua testimonianza

"Quasi quasi me ne andrei ma è il perdono che Cristo ci ha insegnato morendo sulla croce e che anche don Alcide mi ha insegnato fin da piccola cosa è l'amore e il perdono". Le parole sono quelle di Ida Balò, la presidente dell'associazione "Civitella ricorda", ma soprattutto sono le parole di quella bambina che la mattina del 29 giugno 1944 andò in chiesa con i propri cari. Era il giorno di San Pietro e Paolo, la festa nel segno dei due patroni di Civitella, quando i soldati della Hermann Göring arrivarono in paese sbarrando le vie di accesso e di fuga.

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"Rischio di commuovermi a raccontare cosa accadde quel giorno - confessa la signora Ida - quella mattina il nostro arciprete stava celebrando la messa quando sentimmo gli spariPrima in lontananzapoi sempre più viciniEro in chiesa insieme a tante altre persone e lì don Alcide ci faceva coraggiocon la sua fermezza ci diceva che non doveva preocupparci perchè erano i tedeschi in ritirata e che in ogni caso non avremmo dovuto fare resistenza ma consegnare quanto ci chiedevano. 'Io sono con voi" ci disse don AlcideVenne comunque sbarrato il portone della chiesa e che i soldati fecero saltare con una granata.
A questo punto i nazisti irruppero in chiesa e andarono dal nostro prete ordinandogli di uscireGli dissero 'rausma lui restò fermo sulla sua posizione e anzi gli ricordò che quello era un luogo sacro.
Don Alcide non volle lasciare i suoi fedeli. 'Mi devo togliere i paramentidisse ai soldatiAndò in canonicaprese il soprabitoe tornò dai suoi fedeliArrivato sulla porta della chiesa vedendo quanto stava accadendo in piazza urlò: 'il mio popolo è innocente, il mio popolo è innocente!'. Io venni portata sulla sinistra della piazza insieme agli altri bambini e alle donnelui fu incolonnato insieme agli altri uominiL'ultima immagine che ho di don Alcide è lui al centro della piazza che continuava a dire ai soldati: 'il mio popolo è innocente, il mio popolo è innocente!'.
Lasciammo Civitella incontrando i primi corpi lungo lo stradaDon Alcide venne ucciso e il suo corpo gettato insieme a quello di altri uomini nelle case date alle fiamme. Il ricordo che ho è quello di una persona energicadi grande fedefermezza e coraggio che ci ha sostenuto e ci sostiene ancora oggi".

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