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Venerdì, 19 Aprile 2024

Il 'free from', maga Merletta, la cena a Marchesi e poi la World Chef Academy. La storia di Rossanina

Conosciuta anche con l'alias giocoso di "Maga Merletta", Rossanina Del Santo è stata scelta come consulente italiana della prestigiosa accademia

Cento grammi di coraggio, una manciata di cocciutaggine, un bicchiere di curiosità e una generosa spolverata di passione ardente. Mescolate bene gli ingredienti e una volta amalgamati otterrete la ricetta della felicità di Rossanina Del Santo. Una donna dal sorriso contagioso, ragioniera, laureata in lingue che dell'amore per la buona cucina ha fatto una vera missione di vita oltre che una brillante carriera. L’ultimo riconoscimento è arrivato appena qualche settimana fa quando è stata scelta come consulente italiana per la prestigiosa “World Chef Academy”. “Un onore infinito - spiega - quanto mi hanno spedito la casacca a casa non stavo nella pelle. Prima d’indossarla ho pensato che forse la taglia poteva non essere giusta e invece, no. Sembra davvero che me l’abbiano cucita addosso. Sarà un segno del destino”. Di fatto l’accademia è una realtà di alta formazione e specializzazione professionale dedicata al mondo della ristorazione e dell’alta cucina. “E noi - prosegue Rossanina - abbiamo il compito di fare da consulenti per tutti coloro che vi si rivolgono per avere delucidazioni riguardanti “l’universo cibo”. Ho il piacere di condividere questo compito con Domenico Maggi, grande professionista, genio della cucina e esperto conoscitore della scienza alimentare”.

Come è nata questa passione? “All’università con il professore che ha curato la mia tesi ho dato il via ad un master sulla comunicazione gastronomica. Insieme a lui ci siamo lanciati in questa avventura che poi mi ha fatto avvicinare sempre di più all’associazione cuochi e ad altre realtà attive nel territorio. Ho iniziato a tenere dei corsi di cucina perché, a quanto pareva, ero portata per l’insegnamento. Un giorno poi mi sono detta che avrei dovuto prendere un diploma in modo tale da avere un pezzo di carta che attestasse le mie competenze. Così ho deciso di iscrivermi alla scuola alberghiera delle Capezzine dove, a 38 anni, ho fatto la mia seconda maturità. È stata un’esperienza formativa e umana davvero grandiosa. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e tante sono state le circostanze e gli incontri che hanno segnato positivamente il mio cammino”.

E poi è nata anche Maga Merletta. “Sì. L’idea l’abbiamo tirata fuori dal cilindro con a Barbara Lapini e alla banda dei piccoli chef. Il nome, la parrucca blu e il vestito con pizzi e trine sono stati il mio marchio per lanciarmi in questa esperienza che mi ha permesso di raccontare il cibo ai piccoli e spiegare loro, col supporto di professionisti della scienza della nutrizione, come mangiare bene e di gusto sia possibile”.

Tra le specializzazioni che vanti c’è quella del free from. “Essendo celiaca, intollerante al lattosio e al nickel non potevo non approfondire questo tema. Uno dei miei compiti professionali è anche quello di fornire supporto a ristoratori e chef che vogliono affrontare in maniera differente queste problematiche dell’alimentazione. Personalmente credo che un grande cuoco lo si distingua proprio da quanto riesce ad ottenere con pochi e selezionati ingredienti. Io lo provo ogni giorno sulla mia pelle e devo dire che una via differente è davvero possibile”.

È vero che è venuto a cena a casa tua Gualtiero Marchesi. “Sì, era ospite del master che dicevo all’università”. Cosa gli hai fatto mangiare? “Affettati del Casentino, Acquacotta, Scottiglia e per finire un bel Gattò. È rimasto impressionato dalla bontà di questi piatti di cucina povera”.

Ma tu la prima cosa che ha cucinato qual è stata? “Una schifezza di torta cotta col dolce forno. Mio babbo, che mi adorava, l’assaggiò dicendomi che non era venuta benissimo ma neanche troppo male. Lui, abituato ai manicaretti di mamma, fece finta di nulla ed assaggiò quella cosa uscita da un giocattolo. Fu davvero strepitoso. Non mi ha mai scoraggiata e anzi, mi ha spronata ad andare avanti e inseguire i miei sogni. Forse se lui assaggiando quella tortina avesse detto che faceva schifo non sarei arrivata fino a qui. Oggi, che lui non c’è più, mi piacerebbe di nuovo cucinare per lui e raccontagli di come sono cambiata e cresciuta”.

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