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Le farfalle gialle della Severi volano oltre il filo spinato: mega installazione nel Giorno della Memoria

In occasione del 27 gennaio, è stata realizzata una grande installazione che, oltre a rendere omaggio alla storia dei bambini di Terezìn, ha unito idealmente tutti i plessi scolastici dell’istituto in un magnifico grido di gioia e speranza

Farfalle gialle, impavide e bellissime, in volo oltre il filo spinato. Un’immagine splendida quella scelta dai giovani studenti dell’istituto comprensivo Francesco Severi di Arezzo per celebrare la giornata della memoria. In occasione del 27 gennaio, è stata realizzata una grande installazione che, oltre a rendere omaggio alla storia dei bambini di Terezìn, ha unito idealmente tutti i plessi scolastici dell’istituto in un magnifico grido di gioia e speranza. “Abbiamo esplorato la storia dei bambini che vivevano nel ghetto e sfogliato i loro disegni. È lì che è apparsa la prima farfalla gialla - raccontano dalla scuola - Che la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati”.

Nel 1944 il paese di Terezìn, a 60 chilometri da Praga, fu svuotato dei suoi abitanti dai nazisti e trasformato in un campo di transito prima della deportazione ad Auschwitz. Il luogo dove vivevano circa 5.000 persone divenne un ghetto popolato da 30/40 mila ebrei: i prigionieri dormivano in grandi camerate, su letti a castello a tre o quattro piani, e mangiavano pochissimo, solo qualche cucchiaio di zuppa e un po’ di caffè. Si moriva di fame, di malattia o uccisi per mano dei nazisti. Fra i prigionieri del ghetto di Terezìn ci furono circa quindicimila bambini, anche neonati. Erano soprattutto figli di ebrei cechi, deportati insieme ai genitori. Nonostante l’educazione scolastica dei bambini ebrei fosse vietata fin dal 1940, nel ghetto si ottenne il permesso di svolgere attività teatrali e musicali e di insegnare il disegno, il canto, l’artigianato. A guidare i bambini nel disegno fu Friedl Dicker-Brandeis, talentuosa artista austriaca, designer e architetto allieva di Walter Gropius, deportata nell’autunno del 1944 ad Auschwitz. Nei loro disegni, i bambini raccontavano la cruda realtà in cui erano costretti a vivere: le caserme, le baracche, i letti a tre piani, i guardiani, la malattia, l’ospedale, la morte. Ma raffiguravano anche prati fioriti e farfalle in volo, perché - malgrado tutto - avevano ancora la speranza nel futuro. Morirono però quasi tutti nelle camere a gas di Auschwitz: se ne salvarono meno di cento. Friedl Dicker-Brandeis nascose due valigie piene dei loro disegni e quando nel maggio del 1945 furono trovati, furono portati al museo ebraico di Praga, dove sono tuttora custoditi. Si sono salvati circa quattromila disegni e 66 poesie. Quando il 19 gennaio 2019 Liliana Segre è stata nominata Senatrice a vita, ha ricordato i bambini di Terezìn e i loro disegni e ci ha invitati a lasciar sempre volare sopra i fili spinati la farfalla gialla, simbolo di leggerezza, libertà e Memoria. 

“Noi della Severi abbiamo deciso di raccogliere l’invito - proseguono - Oltre all’esperienza di lettura, documentazione e laboratorio artistico, abbiamo conosciuto meglio la figura di Friedl Dicker-Brandeis grazie a un'iniziativa della libreria La Casa sull'Albero, che ci ha regalato la possibilità di incontrare Federico Gregotti autore del nuovissimo Friedl e i bambini di Terezín (Einaudi ragazzi). Il libro racconta proprio la storia della grande artista con cui i piccoli disegnavano nel ghetto. Ecco le nostre farfalle che volano, rompono il filo spinato e portano in giro messaggi di libertà”.

Farfalle gialle in volo oltre il filo spinato: la grande installazione della Francesco Severi

“Siamo sotto le coperte nella camerata. Terezín, casa L417 stanza numero Uno. I letti a castello hanno smesso di cigolare, i bambini piccoli, che la sera piangono di più, hanno preso sonno. Ma noi siamo grandi, abbiamo tredici, quattordici e quindici anni, non badiamo più a queste cose. O siamo solo più bravi a tacerle e a reprimerle. Ora tutti dormono. Esco dalle coperte lentamente come la farfalla che si fa largo dal bozzolo per rinascere, ho la faccia della farfalla, la leggerezza della farfalla e la voglia della farfalla. I miei colori li porto nelle mani, non sulla pelle, ho la bellezza della farfalla ma tutta nel palmo. Le mie ali sono quei fogli che nascondo sotto il materasso. Sollevo il peso dolcemente, sfilo le pagine bianche e le pagine degli appunti. Cammino scalzo. Io sono una farfalla”. 

Matteo Corradini, La repubblica delle farfalle 

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