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Toscana verso l'uscita dalle aree rosse. Il presidente Giani: "Abbiamo numeri da zona gialla"

Il governatore della Regione Toscana sottolinea di essere pronto a proporre "al ministro della salute di anticipare con un'ordinanza regionale le riaperture"

Il ritorno in fascia arancione per venerdì 4 dicembre, annunciato nei giorni scorsi dal presidente della Regione Eugenio Giani, è già slittato. Sì perché, di fatto, la data dalla quale sarà possibile allentare al morsa delle limitazioni anti Covid, è domenica 6 dicembre giorno in cui entrerà in vigore il nuovo dpcm. Venerdì 4 dicembre invece è la data in cui si riunirà la cabina di regia e, stando al trend del contagio delle ultime settimane, sarà sancito il ritorno della Toscana in zona arancione (a meno di improbabili colpi di scena).

Giani però preme per tornare in zona gialla e durante il consiglio regionale di ieri ha fatto sapere che "farà di tutto per anticipare le riaperture dei negozi a sabato 5". Un concetto ribadito anche oggi nella visita ad Arezzo durante la quale ha dichiarato di "essere pronto a prendersi la responsabilità di un allentamento delle misure" in quanto sui nuovi contagi "abbiamo cifre da zona gialla". "Proporrò al ministro della salute di anticipare con un'ordinanza regionale le riaperture", spiega il presidente della Regione, che ha il fiato sul collo anche di Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato che chiedono di riaprire il prima possibile.

Le attuali disposizioni prescrivono che una Regione resti almeno due settimane in una zona prima di 'risalire' in una fascia con meno restrizioni. Se dunque la Toscana tornasse arancione domenica 6 dicembre (al massimo sabato 5), le due settimane scadrebbero domenica 20 o sabato 19. La speranza di Giani è che il nuovo dpcm modifichi le regole e consenta ai territori di risalire più velocemente, anche dopo una sola settimana. "Perché noi abbiamo già dati da zona gialla, e se potessimo ritornarci dopo una sola settimana questa data sarebbe già il 12/13 dicembre", insiste Giani.

Nel frattempo, nella giornata di oggi si è svolto il vertice tra Governo e enti locali. Il ministro agli affari regionali Francesco Boccia ha ribadito la linea di rigore scelta sostenendo che "dopo i sacrifici fatti in queste settimane e guardando anche quelli fatti dagli operatori sanitari, noi proponiamo un divieto di mobilità temporaneo anche per le aree gialle. La terza ondata la evitiamo se dicembre diventa il mese nel quale pieghiamo definitivamente e azzeriamo questi dati dei contagi che sono drammatici. Bisogna evitare gli spostamenti tra Regioni e mantenere il limite delle 22 per la circolazione: sono due punti centrali e imprescindibili del modello di sicurezza che stiamo costruendo insieme". L'unica eccezione potrebbe essere quella di una speciale deroga per i nonni con la quale verrebbe consentito a un familiare e al suo nucleo più stretto di potersi spostare per trascorrere le festività con il genitore o il nonno solo. Le restrizioni dovrebbero valere fino al 15 gennaio anche se una valutazione più pertinente sui tempi potrà essere effettuata dopo il 6 gennaio così da valutare l'impatto delle festività sulla diffusione del virus.

Previsto per domani, 2 dicembre, l'invio della bozza del decreto alle Regioni per un'ultima valutazione. "Sempre domani ci sarà il passaggio parlamentare'' e poi il dpcm sarà ''firmato nella giornata del 3 dicembre per andare in gazzetta e coprire le ordinanze del ministero Salute'', ha sottolineato il ministro Roberto Speranza.

I punti centrali del nuovo dpcm prevederebbero: il mantenimento del coprifuoco alle 22 anche a Natale e Capodanno, bar e ristoranti chiusi alle 18, anticipo delle messe natalizie, spostamento alle 21 dell'orario di chiusura dei negozi per permettere di allungare lo shopping natalizio, con ingressi sempre contigentati, niente vacanze di Natale sulla neve.

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