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"Un emendamento sulla cannabis terapeutica nel nome di Walter", da Arezzo l'appello per raddoppiare i fondi per la produzione

Ad oggi nella struttura fioretina vengono prodotti circa 150 chilogrammi all'anno di cannabis terapeutica, mentre in tutta Italia si arriva ai mille chilogrammi. Quantità che però non sono sufficienti a rispondere alle richieste certificate da ricette mediche

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Un emendamento che porti il nome di Walter e che permetta l'incremento di produzione di cannabis per uso terapeutico. E' questo in estrema sintesi quello che è stato chiesto a gran voce ieri mattina da Walter De Benedetto e Marco Perduca di Legalizziamo.it.

Un appello estremo affinché in queste "ore fondamentali della stesura della legge finanziaria ", ha sottolineato Perduca, si pensi a questo emendamento che "raddoppi le destinazioni per la produzione dello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze".

Ad oggi nella struttura fioretina vengono prodotti circa 150 chilogrammi all'anno di cannabis terapeutica, mentre in tutta Italia si arriva ai mille chilogrammi. Quantità che però non sono sufficienti a rispondere alle richieste - certificate da ricette mediche - dei malati italiani. Tanto è vero che  "tutti gli anni - spiega Perduca - vengono stanziati un milione e mezzo di euro affinché le serre vengano ampliate e si aumenti la produzione delle inflorescenze, ma anche per lanciare gare d'appalto per importare da Olanda e Germania".

"Come cittadino, racconta Walter, dopo anni di richieste e dopo essermi sentito rispondere sempre 'picche', ho deciso di fare da me. Io non davo fastidio a nessuno e non gravavo nemmeno sullo Stato. Poi hanno fatto quello che dovevano fare e mi va bene (si riferisce al sequestro di alcune settimane fa ndr). Ma è necessario ricordare che in tanti ancora faticano molto per veder rispettato il proprio diritto alla cura. Perché il dolore non aspetta, così come la vita passa". 

Walter scrive a Conte e va a Montecitorio

La speranza di Walter è quella che i malati possano avere accesso con tempi e modi consoni alla cannabis terapeutica. 

"La cannabis - sottolinea Marco Cappato dell'associazione Luca Coscioni, che sostiene la libera scelta sul fine vita -  può essere prescritta. Ma nel caso Walter, nonostante le prescrizioni,  lo Stato non gli ha fornito, nei tempi e nei modi adeguati. la cannabis di cui ha bisogno. Ci auguriamo che adesso da subito a Walter venga fornita la cannabis per la quale ha la ricetta".

Il tema della libertà di cura, nella storia di Walter, si lega a quello della libertà di scelta sul fine vita. E' arrivato infatti ieri l'annuncio che il 48enne presenterà nei prossimi giorni in Comune le proprie "dichiarazioni anticipate di trattamento", ovvero il testamento biologico.

 Se una persona ha una malattia inguaribile e sa di andare incontro solo alla sofferenza, potrà decidere di dire basta? Io penso di si”.

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