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Giovedì, 18 Aprile 2024

Decreto dignità e dipendenti Cinpa: "Noi pionieri navigator". L'appello alla Regione: "Ci stabilizzi"

I rappresentanti dei lavoratori hanno già proclamato lo stato di agitazione

Adriano Checcacci dal 2003 è un dipendente Cinpa. Lavora al Centro per l’Impiego di via Piero della Francesca e lui, come del resto i suoi 41 colleghi, dall’entrata in vigore del Decreto dignità si trova a vivere nell’incertezza lavorativa.

La sua condizione contrattuale è uno dei classi esempi di paradosso all’italiana.

Sì perché Adriano è stato assunto per lavorare in un settore pubblico, come appunto il Centro per l’Impiego, ma come dipendente di una società privata che, a sua volta, fa parte di un consorzio al quale la Regione Toscana ha affidato la gestione temporanea del servizio.

Un passaggio intricato e niente affatto lineare che però si traduce con la precarizzazione della condizione lavorativa di Adriano e dei suoi colleghi.

Già perché, se è vero che lui possiede un contratto a tempo indeterminato con Cinpa ad essere determinata è la sua condizione lavorativa visto che l’azienda per la quale opera ha solo un committente (Regione Toscana) e il rapporto contrattuale con quest'ultima è in scadenza il prossimo anno.

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Con l’introduzione dei navigator all’interno dei Centri per l’Impiego tutto il sistema rischia di poggiarsi su basi ancora più instabili.
Per quale motivo?
Perché la figura dell’orientatore (o navigator che dir si voglia) sarà selezionato previo concorso pubblico bandito dall'Anpal, l'agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro, e non dovrà necessariamente essere reperito all’interno del Cinpa. Inoltre il suo sarà un ruolo temporaneo.

“Non c’è niente di negativo nella figura del navigator - spiega Checcacci - E’ la ricerca di personale revocabile che a sua volta si aggiunge ai precari già esistenti che mi sembra davvero assurda. Non è la figura di sé per sé perché, ruoli come quello dell’orientatore sono sempre esistiti visto che l’orientamento è il core business del Centro per l’Impiego. La cosa più importante che facciamo durante le ore di lavoro è proprio orientamento al lavoro. Ma quale logica ha, visto che noi siamo qui da 15 o 20 anni a fare questo tutti i giorni cercare esternamente una persona che si occupa delle nostre stesse mansioni ed assumerla con un contratto di tre mesi? A me sembra un'assurdità. E' per questa ragione che insieme ai sindacati abbiamo deciso di chiedere alla Regione Toscana di stabilizzare contrattualmente le nostre posizioni. In questo modo le risorse impiegate verranno riversate in operatori altamente qualificati che potranno svolgere in continuità il proprio lavoro”.

Un ginepraio che nasce tutto dalla dismissione delle società inhouse della Provincia di Arezzo e intricatosi ancora di più con la riforma Delrio che ha ridistribuito le competenze tra Province e Regioni.

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Prima del 2012 infatti, il Cinpa era una società partecipata della Provincia di Arezzo che aveva l’incarico di gestire l’inserimento e il reinserimento dei cittadini nel mondo del lavoro. Successivamente l’azienda è diventata una realtà privata che però ha mantenuto lo stesso ruolo, le stesse attività e lo stesso luogo di lavoro. Unica differenza è la titolarità del Centro per l’Impiego che, nel 2014 con la Delrio, è passato dalla Provincia alla Regione.

Il rapporto tra Cinpa e Regione Toscana è vincolato da un contratto di affidamento temporaneo del servizio che trova scadenza nel dicembre 2020. Deadline oltre la quale chissà cosa, come e chi provvederà all’orientamento lavorativo dei tanti precari che vivono nel territorio aretino.

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