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Venerdì, 19 Aprile 2024

VIDEO | Cherici: "Con la linea da 45mila tonnellate energia elettrica per 70mila aretini"

Dal convegno sulla "terza via per i rifiuti" tanti spunti per capire lo sviluppo che gli amministratori hanno in mente per l'impianto di San Zeno. Nella video intervista le risposte su ampliamento, tariffe, chiusura della discarica di Podere Rota

Lo sviluppo industriale che sta prendendo l'impianto di San Zeno può rappresentare la terza via nel campo dei rifiuti? Ne sono convinti sia i vertici di Aisa sia l'amministrazione comunale che hanno presentato il piano di implementazione che è in parte in fase di costruzione nel corso di un convegno arrivato proprio nel momento in cui il dibattito sul tema è intenso in città e le parole del direttore di Ato Toscana Sud Paolo Diprima non ha certo contribuito a stemperarlo.

Da un lato c'è l'ennesimo aumento della Tari, la tassa sui rifiuti, dall'altro uno sviluppo impiantistico da spiegare bene e che secondo le stesse parole del sindaco Ghinelli prevederebbe la cessione gratuita di metano ai cittadini in pari con il pagamento della Tari. E in questo il presidente di Aisa Giacomo Cherici non ha usato mezzi termini: "Chi parla di inceritore fa un errore tecnico, capiamoci" riferendosi alle prese di posizione di questi giorni. "Un inceneritore che triplica? Qui si triplica la produzione di energia" ha aggiunto.

La spiegazione l'ha data in apertura del convegno che si è tenuto venerdì pomeriggio. "La centrale di recupero è propedeutica e di aiuto alle raccolte differenzaite, ma non è più un termovalorizzatore che brucia rifiuti, ma una sua linea è deputata al trattamento degli scarti delle lavorazioni precedenti, cambia."

Nel diagramma che mostra Cherici ci sono due linee di tendenza che si incrociano. "Da una parte diminuiscono i rifiuti e dall'altra aumentano tutti quelli che sono gli scarti da fonti rinnovabili. Dobbiamo pensare a uno sviluppo industriale che porti questo impianto a potersi occupare di produzione di energia." L'anno spartiacque per questa inversione di tendenza è fissata nel grafico nel 2023.

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Cherici presenta poi gli sviluppi imminenti e gli scenari futuri: "L'autorizzato di oggi ci porta a mostrare il posizionamento e la mission di questa impiantistica che a breve sarà in grado di generare biometano, energia termica ed energia elettrica e servire 40mila cittadini. Con cosa? Con scarti e fonti rinnovabili non bruciando rifiuti solidi urbani di Firenze in un forno, è chiaro questo? E domani? Qui c'è una linea, la L45 che è in funzione adesso, che nel momento in cui sarà pronta la L75 più grossa sarà da decidere cosa farne. Spendere soldi per demolirla? Ci vogliono due milioni e mezzo per smantellarla, soldi che poi finiscono nelle bollette. Non ci serve? Dobbiamo essere in grado di rinunciare all'energia che produce, e se si rompe la L75 dovremo essere consapevoli che avremo bisogno di portare i rifiuti in discarica se non avremo l'altra linea a disposizione. Dobbiamo verificare quale strada prendere ed eventualmente chiedere autorizzazioni alla Regione" ha detto Cherici.

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E nell'ipotesi che la linea da 45mila tonnellate rimanesse accesa (come prospettato dal sindaco Ghinelli in una recente intervista)? "Avremo una capacità di produzione di energia elettrica potenziale per servire 70mila cittadini, biometano e idrogeno equivalente a cinque stazioni di rifornimento, produrre calore che potremo portare nelle unità abitative, nelle imprese, per abbattere le fonti emissive di questa zona della città."

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