Archivio di Stato, il dg Buzzi: "Non abbiamo lasciato da solo nessuno, ci stiamo occupando anche dei figli delle vittime"
Il direttore generale degli Archivi sottolinea l'importanza della presenza del sottosegretario Bonaccorsi nel primo anniversario della tragedia nella quale persero la vita due dipendenti
Ieri è stato il giorno del ricordo di Filippo Bagni e Piero Bruni, i due dipendenti dell'Archivio di Stato che un anno fa hanno perso la vita sul posto di lavoro. Il direttore Claudio Saviotti non ha nascosto l'assenza, in questo anno, di qualsiasi forma di vicinanza rispetto a ciò che è accaduto in quel 20 settembre 2018.
Non è dello stesso avviso il direttore generale degli archivi Anna Maria Buzzi che, pur comprendendo Saviotti, non è d'accordo sul fatto che sia stato lasciato da solo.
Dramma all'Archivio di Stato, parla il direttore Saviotti: "Dopo un anno non è cambiato nulla, ci sentiamo soli"
"Da quando ci sono io credo che nessuno sia stato lasciato solo. Il sottosegretario non ha anticipato nulla: stiamo cercando anche di risolvere i problemi sorti dopo la tragedia. Stiamo cercando di farci carico dei problemi che stanno incontrando i figli di Bruni e Bagni e le loro famiglie. Spero solo che possa tornare un clima di serenità perchè abbiamo una situazione di grave tensione con le indagini in corso. Però, quello che posso dire, è che Saviotti non è stato lasciato solo e anche la presenza di un sottosegretario, appena nominato, testimonia la nostra vicinanza. Queste non sono situazioni di abbandono, non so cosa è stato fatto prima, ma so che ora non è solo".
In seguito alla tragedia, affinché non si ripeta, si investono molte risorse nelle campagne di formazione per sensibilizzare i dipendenti nel luoghi di lavoro.
"Abbiamo cominciato con una massiccia campagna di formazione per tutti i datori di lavoro e stiamo investendo sulla sicurezza degli edifici e delle strutture oltre che degli impianti. In tutti gli archivi è presente il gas argon, che ha il compito di togliere l'ossigeno per prevenire gli incendi: l'acqua infatti danneggerebbe i documenti. Dopo questa disgrazia tutti sanno che questo gas è inodore e insapore. Purtroppo Bagni e Bruni non lo sapevano, quindi chi all'epoca ha formato i dipendenti dovrà dare delle risposte".