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Pistoiese-Arezzo, la svolta che non c'è stata. Peso, centimetri e potenzialità

Magari anziché quattro fossero stati tre i minuti di recupero adesso questo Arezzo sarebbe coperto di elogi. Parleremmo di Pistoiese-Arezzo come della partita della (possibile) svolta. Di un incontro non dominato, sofferto, di una partita bruttina...

Magari anziché quattro fossero stati tre i minuti di recupero adesso questo Arezzo sarebbe coperto di elogi. Parleremmo di Pistoiese-Arezzo come della partita della (possibile) svolta. Di un incontro non dominato, sofferto, di una partita bruttina e di un Arezzo cinico che miete tre punti con una magia di Grossi, due/tre tiri in porta, e con un fortino difensivo degno del miglior catenaccio.

Parleremo anche in un Arezzo che ha fatto fronte alle squalifiche, all'assenza di peso e centimetri pesanti su un campo scivoloso ma non allentato. Contro giocatori più strutturati e difficili da spostare. Ma d'altronde le qualità e i limiti di questa rosa erano venuti più o meno a galla. La dura realtà afferma che per la prima volta in stagione Yamga ha dovuto fare i conti con un giocatore come Gyasi che gli ha tenuto testa sul piano della velocità. Arcidiacono si è dannato l'anima sprecando una buona occasione con l'alibi però del problema all'inguine. Polidori ha lottato, ma forse era troppo solo e accerchiato. Grossi tolto il gol si è visto poco. Sugli esterni Luciani e Masciangelo hanno sofferto gli attaccanti esterni e le sovrapposizioni dei terzini, cose normali quando affronti un 4-3-3. Non tutto è da bocciare. Di contro infatti c'è da dire che Benassi è tornato ai suoi livelli salvando il risultato in più di una occasione. Che dire di Muscat e Solini: seduti in panchina ad inizio stagione e adesso titolari per bisogno e per merito. La Pistoiese in fin dei conti ha realmente meno punti di quanti meriterebbe realmente. Il gol di Proia pesa come un macigno sulla testa prima ancora che sulle gambe. L'1-1 di Pistoia quivale a due ulteriori punti persi per sufficienza che si sommano a quelli di Como e Cremonese. La classifica adesso parla di un Arezzo al terzo posto distanziato a più sette della Cremonese e a più dieci dall'Alessandria (fermata dalla Racing Roma 1-1). Il campionato è ormai giunto a un terzo del proprio cammino e i valori stanno emergendo. Ad oggi con numeri alla mano e più di una partita alle spalle è lecito chiedersi quale sia il reale obiettivo di questo Arezzo. Se l'obiettivo era quello di alzare l'asticella allora è stato centrato. Rosa importante, bel gioco (soprattutto in casa) e l'aver riacceso l'entusiasmo nella tifseria portando in giro per il centronord almeno 300 tifosi ogni domenica sono tutti fattori che permetteranno di entrare con nonchalance nei playoff.

Di contro se il reale obiettivo era quello di competere con le due corazzate del girone qualcosa è da rivedere perché certi limiti mentali e forse strutturali non possono far parte del dna di una big.

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Twitter @MatteoMarzotti

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