rotate-mobile
Sport

Pagliacci, dignità e lacrime. L'abbraccio tra squadra e tifosi, come se fosse un saluto

Cominciamo dal fondo. Al triplice fischio finale la Curva Sud Lauro Minghelli in trasferta intona l'inno dell'Arezzo, la squadra si incammina sotto il settore ospiti, gli applausi sono reciproci. Mister Pavanel riceve una sciarpa, qualche...

Cominciamo dal fondo. Al triplice fischio finale la Curva Sud Lauro Minghelli in trasferta intona l'inno dell'Arezzo, la squadra si incammina sotto il settore ospiti, gli applausi sono reciproci. Mister Pavanel riceve una sciarpa, qualche giocatore lancia i pantaloncini. Moscardelli consegna tutto il suo completo a due bambini. Intorno gli occhi sono gonfi di lacrime perché in cuor loro i tifosi hanno la consapevolezza di quanto la situazione nella quale è precipitato il glorioso Cavallino Rampante è complicata e quella alla quale hanno assistito cantando a squarciagola per tutti i 93 minuti di gioco potrebbe essere l'ultima partita di questo beffardo campionato.

Potrebbe, con una probabilità molto elevata. E il saluto della squadra a fine partita sembra avere proprio quel significato lì, occhi lucidi anche nei giocatori, l'emozione dell'uomo che li ha guidati.

I messaggi per loro li abbiamo visti nel finale: "Mister e squadra: se la città avesse la vostra dignità, oggi saremmo in Serie A", il primo e poi "Contate su di noi... non vi lasceremo mai" un estremo tentativo di convincerli ad andare avanti, nonostante tutto.

Tanti gli striscioni srotolati nel settore. A partire dalla coreografia iniziale. I tifosi hanno scomodato addirittura la Madonna del Conforto, accompagnata da una sciarpata e dalla scritta "Ora Pro Nobis". Ce n'è davvero bisogno. Poi i messaggi per i personaggi che hanno orbitato intorno all'Arezzo e per i politici. Ad ognuno il suo pagliaccio, ce ne sono stati per Matteoni, Ferretti, Zavaglia e Di Iorio, ma anche per il consigliere comunale Bertini e il sindaco Ghinelli che si trovavano insieme in tribuna a Pontedera per assistere alla partita.

Ma il calcio e il tifo sono fatti anche di ben altro, anche di solidarietà e riconoscimento tra due squadre toscane. Così dai tifosi del Pontedera è arrivato lo striscione in ricordo di Lauro Minghelli che proprio qui giocò la sua ultima partita in maglia amaranto prima della malattia, quando i dolori già si facevano sentire. Dalla società di casa invece l'invito per cena per la squadra amaranto. Tanto di cappello.

L'ultima immagine è quella di due bambini che escono dallo stadio per tornare a casa, dopo la loro seconda trasferta in questo campionato. Hanno conquistato maglietta e pantaloncini del loro idolo. Sono l'immagine del futuro e della crescita che tutti vorrebbero per l'Unione Sportiva Arezzo. E allora l'esortazione è che ognuno faccia la sua parte, così che quel saluto sia solo un arrivederci alla prossima partita.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pagliacci, dignità e lacrime. L'abbraccio tra squadra e tifosi, come se fosse un saluto

ArezzoNotizie è in caricamento