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OA e Museo Amaranto: "Non giocare sabato è la fine". Ma il problema non è solo lo sciopero dei giocatori

In mezzo al vortice delle vicende societarie ci sarebbe, e il condizionale è d'obbligo, anche la partita con la Giana. L'ultima partita dell'anno solare potrebbe essere uno spartiacque se non verrà giocata. Ma il problema non è solo lo sciopero...

In mezzo al vortice delle vicende societarie ci sarebbe, e il condizionale è d'obbligo, anche la partita con la Giana. L'ultima partita dell'anno solare potrebbe essere uno spartiacque se non verrà giocata. Ma il problema non è solo lo sciopero dei calciatori amaranto.

A Moscardelli e compagni si è rivolto Stefano Turchi mostrando alcune foto. "Vi mostro la prima foto di squadra dell'Arezzo '78-'79. A questi ragazzi mancarono gli stipendi per più di due mesi eppure non saltarono mai una partita. Poi vi faccio vedere le foto di due giocatori. Il primo (Pozza, ndr) pianse per quella radiazione, il secondo è Patta e fu tra gli artefici della cancellazione di quell'Arezzo. Ai giocatori chiediamo se stanno dalla parte di Pozza o di Patta. Comprendiamo le difficoltà però chiediamo loro di giocare sabato visto che il mercato di gennaio è dietro l'angolo. Così facendo, se poi vorranno andarsene, lascerebbero a testa alta Arezzo".

Il problema come detto però non è solo lo sciopero dei calciatori. Questa mattina durante la riunione del Gos sono emerse altre criticità come ha spiegato Roberto Cucciniello, Slo del Cavallino. Il servizio d'ordine allo stadio (gli steward) lamenta dei ritardi nei pagamenti, così come vari fornitori. "Contro la Carrarese se vi ricordate si è spento un riflettore. Bene, per farlo funzionare c'è da riparare un generatore e anche in questo caso un fornitore vanta dei crediti".

Problemi che potrebbero essere risolti grazie anche ad Orgoglio Amaranto che questa mattina ha versato nelle casse sociali 4mila euro. "Siamo un socio di minoranza che spesso è stato snobbato eppure adesso rappresenta un'ancora di salvataggio. Noi cerchiamo di fare il possibile e invitiamo tutti a sostenere l'Arezzo per non farlo sparire. Abbiamo lanciato un appello agli imprenditori aretini: doneremo 50 bandiere con la scritta 'curva sud' a tutti quegli imprenditori che sosterranno il comitato. Adesso è il momento di restare uniti per l'Arezzo. Ci sono avvoltoi che volano già sopra la società in attesa della sua scomparsa: a loro mi rivolgo e dico che nella peggiore delle ipotesi non gli permetteremo di mettere mai le mani sull'Arezzo".

Alle parole di Cucciniello fanno eco quelle di Duccio Borselli che ha aperto la conferenza stampa attaccando le sfilate di politici allo stadio. "Nell'ultimo periodo abbiamo visto tanti, troppi personaggi legati al mondo della politica sfilare in tribuna allo stadio o nei luoghi dove erano state convocate alcune riunioni. Solo l'assessore Nisini si è interessata veramente all'Arezzo. Tutti gli altri hanno sfilato per farsi fotografare. Se davvero vogliono il bene all'Arezzo possono fare un'offerta libera e iscriversi ad Orgoglio Amaranto. Vediamo quanti di loro hanno veramente a cuore l'Us Arezzo".

Sul tavolo però oltre ai problemi imminenti legati alla partita di sabato c'era anche il bilancio al 30 giugno del Cavallino e l'atto di cessione delle quote di maggioranza dalla Programma Mutuo alla Neos Solution.

Orgoglio Amaranto non snocciola i numeri di un bilancio che parla della perdita di esercizio (al 30 giugno) di circa 1 milione e 800 mila euro. Una perdita coperta parzialmente "mediante l'utilizzo delle riserve iscritte a bilancio" pari a 655mila euro.

"Sono passati alcuni mesi e la situazione chiaramente sarà cambiata nei numeri" commenta OA al riguardo che poi aggiunge un particolare sull'atto di cessione.

"In qualità di socio di minoranza dovevamo firmare la rinuncia di acquisto delle quote di maggioranza. Ebbene noi abbiamo firmato un atto con un prezzo e termini completamente diversi da quello che è stato poi effettivamente stipulato. Noi avevamo firmato un atto dove il prezzo di acquisto era pari a 651mila euro. Di questi 1000 euro erano per le quote e 650mila per le casse del Cavallino al fine di coprire due stipendi e altre situazioni che adesso sono diventate impellenti".

Adesso non resta che l'ultima carta, quella in cui hanno riposto la loro fiducia OA e Museo Amaranto: Marco Matteoni.

"Marco Matteoni è rimasta l'ultima possibilità per non veder sparire l'Arezzo. Tecnicamente avrebbe potuto inviare una lettera per dismpegnarsi ma non lo ha fatto. Ha versato anche dei soldi per far fronte alle spese. Forse è stato troppo leggero - commenta Orgoglio Amaranto - noi gli abbiamo chiesto in più occasioni e davanti al sindaco se vuole andare avanti nonostante la situazioni estremamente difficile. Matteoni in tal senso ha detto di voler proseguire".

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