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Francario e Ioffredi, chi sono i curatori dell'Arezzo. I compiti e i dettagli della sentenza

"Tenuto contro delle peculiarità della procedura e della sua fortissima risonanza a livello locale, si reputa opportuno nominare Curatori, due professionisti estranei al contesto territoriale". La camera di consiglio composta dal presidente Carlo...

"Tenuto contro delle peculiarità della procedura e della sua fortissima risonanza a livello locale, si reputa opportuno nominare Curatori, due professionisti estranei al contesto territoriale". La camera di consiglio composta dal presidente Carlo Breggia, dal giudice relatore Antonio Picardi e dalla collega Michela Grillo, ha così motivato la nomina di Lucio Francario e Vincenzo Ioffredi come curatori fallimentari dell'Unione Sportiva Arezzo.

Entrambi avvocati, sono colleghi docenti anche nel master di primo livello in Curatore fallimentare dell'Università degli studi Niccolò Cusano di Roma., dove è docente lo stesso Antonio Picardi, presidente del tribunale fallimentare di Arezzo.




Lucio Francario, 65 anni è nato a Campobasso, ma risiede a Roma. Esperto di diritto privato e civile che tuttora insegna come professore ordinario presso l'Università del Molise. Conosce già il territorio aretino per precedenti incarichi, come ad esempio quello terminato nel 2016 per la Mabo consegnata poi al nuovo proprietario. Ma sta seguendo già altre procedure, come un concordato per un'azienda a Chiusi della Verna. E' condirettore di quattro riviste scientifiche.

Il collega che lo affianca da oggi nel caso Arezzo è Vincenzo Ioffredi, consigliere dell'Associazione Curatori Fallimentari è anche esperto di giustizia sportiva visto che è stato presidente della Commissione nazionale giudicante della Federciclismo e della commissione federale della Federazione del Rugby, nonché della procura federale nazionale dell'atletica leggera. 51 anni, di origine molisana, proprio nel diritto sportivo è specializzato il suo studio che si trova ai Parioli a Roma.

Saranno ad Arezzo domani mattina per espletare quella che adesso è la pratica più importante, il pagamento degli stipendi che scadono proprio domani, condizione a cui è sottoposto il mantenimento dell'esercizio provvisorio. Poi dovranno farsi carico, come dice la sentenza, dell'inventario dei beni dell'Arezzo e della gestione ordinaria e straordinaria della società fino al compimento del campionato.

La sentenza, oltre a descrivere la particolarità del fallimento della società sportiva, elenca le cifre che denotano le passività societarie e le istanze di fallimento che si sono via via accodate alla prima, mette in rilievo il lavoro svolto da Orgoglio Amaranto e di contro il mancato interesse del socio di maggioranza nei confronti di questo procedimento e infine, a pagina quattro, scrive "in tale sconfortante scenario, nessun dubbio sussiste circa lo stato di dissesto dell'U.S. Arezzo."

Passaggio fondamentale che spiega la concessione dell'esercizio provvisorio le precedenti sentenze, sia del tribunale di Arezzo in riferimento al caso del Montevarchi nel 2011, ma anche all'ultima a cui tutti ad Arezzo facevano riferimento, quella del gennaio scorso a Vicenza.

Nello stabilire i compiti per Francario e Ioffredi, la sentenza ordina anche al fallito, leggasi il presidente finora in carica Marco Matteoni, di depositare i bilanci, le scritture contabili e fiscali obbligatorie, nonché l'elenco dei creditori presso la cancelleria del tribunale entro 3 giorni.

Il lavoro dei curatori andrà avanti almeno fino ad una data già stabilita, quella del 3 luglio 2018, quando alle 11:30 è fissata l'udienza presso il tribunale fallimentare per l'esame dello stato passivo dell'Unione Sportiva Arezzo.

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Twitter @EnricaCherici



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