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Ciclismo

Dieci anni fa Nocentini si tingeva di giallo al Tour de France

Era il 10 luglio 2009 quando il ciclista aretino conquistò la maglia gialla. Il ricordo di quei giorni che hanno segnato per sempre la carriera del Noce

"E' vero, quel giorno non sorridevo sul podio ma credetemi, non avevo ancora capito cosa stava succedendo". La confessione arriva con dieci anni di ritardo  ed è quella di Rinaldo Nocentini. Il 10 luglio del 2009 il ciclista aretino vestiva la maglia dell'Ag2r La Mondiale ed era impegnato sulle strade del Tour de France. La stagione era iniziata con una vittoria, una tappa del Tour of California. Rinaldo aveva già iniziato brillantemente altre stagioni in passato, anche con successi più numerosi e di rilievo.

Quel 10 luglio il Tour era alla settima tappa. Da Barcellona ad Arcalis, territorio sotto la bandiera di Andorra, sui Pirenei. Rinaldo è messo bene in classifica e al traguardo mette dietro Alberto Contador e Lance Armstrong, poi squalificato. Sei secondi sullo spagnolo bastano per indossare la maglia gialla, salendo sul podio e non riuscendo nemmeno a sorridere per l'emozione.
"Bella soddisfazione, ma vedrai che già domani quella maglia sarà sulle spalle di un altro" dicono in tanti. Eppure Rinaldo quel simbolo lo tiene per otto frazioni. Con il passare delle frazioni Rinaldo, l'italiano sempre sorridente, è applaudito lungo le strade, è il beniamino anche dei francesi correndo per i transalpini dell'Ag2r. Da Arezzo arrivano anche amici e la moglie Manola per accompagnarlo fino al 19 luglio quando deve cederlo a Contador.

Quei nove giorni restano impressi nella sua storia, nella storia del ciclismo aretino e non solo. Una maglia gialla da dedicare alla madre e alla sorella scomparse poco prima. Un simbolo che gli resta ancora oggi, a distanza di anni, cucito addosso anche adesso che ha deciso di dire basta con il ciclismo e di ritirarsi ma senza allontanarsi più di troppo dalla bici. "Resterò nell'ambiente ma non come direttore sportivo - ha confidato agli amici - mi piacerebbe comunque seguire i giovani e provare ad aiutarli nella loro crescita".

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