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Cessione Arezzo: salta la pista che porta in Lombardia. Resta un'ultima strada da percorrere verso Roma

La giornata di ieri più che campale si è rivelata essere caotica come non mai. Il bonifico, alla base del preaccordo tra l'attuale proprietà e l'imprenditore del nord più volte annunciato da Viale Gramsci, non è arrivato. A questo si è aggiunto il...

La giornata di ieri più che campale si è rivelata essere caotica come non mai. Il bonifico, alla base del preaccordo tra l'attuale proprietà e l'imprenditore del nord più volte annunciato da Viale Gramsci, non è arrivato. A questo si è aggiunto il comunicato della squadra che ha smentito categoricamente di aver chiesto la messa in mora dell'Unione Sportiva Arezzo.

Ma c'è dell'altro. Era stato annunciato un incontro o almeno un colloquio tra amministrazione comunale e società che non c'è stato. Era emersa la possibilità di un ritorno di fiamma per Nicola Di Matteo, ma anche questa pista è arrivata al capolinea. Game over per l'Arezzo? A quanto pare è rimasta un'ultima carta nel mazzo a disposizione dell'attuale proprietà. Un'ultima possibilità che sarà giocata nelle prossime ore, con le parti che proveranno ad arrivare alla firma. Più di questo non emerge, o almeno non vogliono far emergere i dirigenti amaranto che nel frattempo sono andati incontro alla sfiducia da parte di una piazza che attende ormai da settimane un closing che non arriva. La pista porta a Roma, ad una cordata di imprenditori (almeno tre) che come altri loro colleghi interessati al club di Viale Gramsci hanno chiesto il massimo riserbo. La richiesta è stata esaudita. Solo qualche spiffero è passato, troppo poco però per delineare la base e le cifre dell'accordo. Nelle prossime ore sono attesi sviluppi. I colloqui con il gruppo (e il condizionale è d'obbligo visto quanto accaduto nelle precedenti settimane) sarebbero andati avanti ormai da settimane, anche quando l'imprenditore del nord sembrava ad un passo. "L'allevatore romeno? Non c’è mai stato" commentano i dirigenti dell'Arezzo al riguardo. La piazza intanto si interroga. La pazienza, quasi quanto al tempo a disposizione, è finita. La speranza è ovviamente quella che non si tratti di un bluff o di una verità parziale che ha accompagnato dal 17 ottobre ad oggi trattive, incontri e rumors partiti non solo da Viale Gramsci. Twitter @MatteoMarzotti

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