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Calcio

35 anni fa la strage dell'Heysel: la morte di Giuseppina e il sacrificio di Roberto

Tra i 32 italiani che persero la vita c'erano gli aretini Giuseppina Conti e il medico Roberto Lorentini

Doveva essere solo una partita di calcio. Una finale di Coppa dei Campioni, non ancora Champions League. Quel 29 maggio del 1985 a Bruxelles, nello stadio Heysel, si sarebbero affrontate la Juventus di Platini e il Liverpool di Ian Rush. Dall'Italia era arrivata la maggior parte dei tifosi che si assiepò sugli spalti. Da un lato le curve M-N-O-, cuore dei gruppi organizzati bianconeri, e dall'altra i settori Y-X-Z dove oltre ai tifosi de Liverpool, già noti per la loro violenza, erani presenti (settore Z) gruppi di tifosi bianconeri, ma non dei gruppi organizzati.

Erano ragazzi e ragazzi, famiglie, che avevano deciso di volare a Bruxelles per sognare la vittoria di una Coppa dei Campioni che si macchiò con il sangue di 39 vittime, di queste 32 erano italiani. Tra loro c'era anche Giuseppina Conti, di soli 17 anni, che abitava con la propria famiglia alle porte di Arezzo, a Rigutino. Rimase uccisa quando la carica dei reds, che sfondarono la rete di recinzione per occupare anche il settore Z, travolse i supporter bianconeri.

Alle 19:20 si consumò la tragedia. Come mostrano le immagini dell'epoca oltre a chi perse la vita almeno 600 persone rimasero ferite, schiacciate dalle transenne, parti metalliche dello stadio, altri si ferirono cadendo dai parapetti della curva. C'è chi saltò nel vuoto spinto dalla carica e dalla ressa, altri per cercare la salvezza.

Quella sera allo stadio Heysel era presente anche Roberto Lorentini. Un giovane medico aretino di 31 anni. Era scampato alla carica, ma anzichè restare in luogo sicuro tornò indietro per praticare la respirazione artificiale ad un bambino. "Perse la propria vita per aiutare gli altri" ricorda ogni anno il presidente del Santa Firmina Piero Bacci che da 24 anni porta avanti il memorial intitolato a Roberto.

Quella finale è passata alla storia come la 'partita maledetta'. Una partita che non doveva essere giocata, con Bruno Pizzul che raccontò in diretta (seppur con il video a nero) i fatti del prepartita, promettendo poi al pubblico che avrebbe 'commentato con il tono più asettico possibile l'incontro'. Un match che accese poi ulteriori polemiche per le esultanze dei calciatori bianconeri al gol e a fine partita per la vittoria.

La famiglia Lorentini, a partire da Otello (padre di Roberto), si è sempre impegnata per fare chiarezza su quanto accaduto, chiedendo giustizia. Per questo motivo nel 1987 fondò l'Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel che ha sciolto al termine del processo di cassazione nel 1991. Suo nipote, Andrea, nel gennaio 2015 l'ha ricostituita al fine di "allenare la memoria" dei fatti e difenderne in ogni ambito le verità storiche e processuali.

Le 39 vittime dell'Heysel

Rocco Acerra (28)
Bruno Balli (50)
Alfons Bos (35)
Giancarlo Bruschera (35)
Andrea Casula (10)
Giovanni Casula (43)
Nino Cerullo (24)
Willy Chielens (41)
Giuseppina Conti (17)
Dirk Daeneckx (27)
Dionisio Fabbro (51)
Jaques François (45)
Eugenio Gagliano (35)
Francesco Galli (24)
Giancarlo Gonnelli (45)
Alberto Guarini (21)
Giovacchino Landini (49)
Roberto Lorentini (31)
Barbara Lusci (58)
Franco Martelli (22)
Loris Messore (28)
Gianni Mastroiaco (20)
Sergio Bastino Mazzino (37)
Luciano Rocco Papaluca (37)
Luigi Pidone (31)
Benito Pistolato (50)
Patrick Radcliffe (38)
Domenico Ragazzi (44)
Antonio Ragnanese (29)
Claude Robert (30)
Mario Ronchi (42)
Domenico Russo (26)
Tarcisio Salvi (49)
Gianfranco Sarto (46)
Amedeo Giuseppe Spolaore (54)
Mario Spanu (41)
Tarcisio Venturin (23)
Jean Michel Walla (32)
Claudio Zavaroni (28)

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