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Sconfitte, contestazione, nuove facce, speranza. Il 2022 dell'Arezzo vissuto sull'altalena

Sei mesi caratterizzati dal malcontento della tifoseria e poi, dopo il cambio di rotta del presidente Manzo, altri sei mesi vissuti con la fiducia che il 2023 possa essere l'anno buono per tornare in serie C

Breve cronistoria di un anno cominciato male per l’Arezzo. A gennaio il pareggio di Scandicci (2-2) e la sconfitta di Castello con il Trestina (2-0) vanificano quanto di buono era stato fatto a dicembre e, soprattutto, costano la panchina ad Andrea Sussi. L’allenatore, promosso dalla Juniores (con cui aveva vinto il titolo italiano nel 2021), paga per tutti. Alla guida della squadra torna Marco Mariotti, che era stato esonerato a metà novembre dopo il 2-2 interno con il San Donato.

Febbraio segna il punto più basso dei rapporti tra tifoseria e società. Il 6, giorno della gara interna con l’Unipomezia (vittoria 3-0), va in scena una contestazione durissima nei confronti della proprietà. Sembra il punto di non ritorno, invece il presidente Guglielmo Manzo a fine mese tende la mano, recita il mea culpa e promette un nuovo corso, improntato su maggiore trasparenza.

Il mese di marzo lascia intravedere i primi miglioramenti, sia in campo che fuori, tant’è che i ragazzi delle giovanili inaugurano il soggiorno all’ex hotel Galileo Palace di Rigutino, acquistato all’asta dalla società e in procinto di una ristrutturazione integrale per diventare la foresteria dell’Arezzo. La squadra nel frattempo risale in classifica, grazie a uno spirito ritrovato e ai gol di Calderini (13 totali), Cutolo (5) e Persano (9), che ad aprile mettono la firma su punti pesanti.

Maggio però porta in dote una delusione fragorosa: l’Arezzo chiude al terzo posto e coltiva speranze di ripescaggio, ma serve andare più avanti possibile nei playoff. Invece alla prima gara con il Gavorrano matura una sconfitta inattesa che manda tutto in frantumi. Nell’ambiente torna ad insinuarsi la sfiducia, neutralizzata dall’arrivo del direttore generale Paolo Giovannini e dell’allenatore Paolo Indiani. A giugno vengono presentati entrambi e il futuro assume contorni diversi.

Luglio e agosto sono dedicati alla costruzione della nuova squadra, totalmente rinnovata rispetto a quella precedente. Il ripescaggio sfuma definitivamente a vantaggio della Torres, mentre dal calcio mercato arrivano giocatori di qualità in tempi celeri. Il ritiro viene svolto ad Arezzo, tra stadio e antistadio, e dopo le prime, fisiologiche titubanze, gli amaranto cominciano a ingranare e vincere nelle amichevoli. Settembrini, aretino e capitano, è in formissima.

Il campionato comincia come meglio non si potrebbe, con sei vittorie di fila che alimentano un grande entusiasmo. Settembre è un mese da incorniciare e pure ottobre, nonostante il primo ko stagionale con il Ponsacco, va in archivio con il morale a mille, grazie soprattutto alla vittoria di Castello e al primo posto in classifica.

Novembre si apre con lo spettacolo di Arezzo-Livorno che richiama 4.501 spettatori sugli spalti. Ma è solo 1-1 e il derby apre una flessione di rendimento: crescono le difficoltà in zona gol, la difesa è meno ermetica, la squadra perde netto con l’Ostiamare e scivola in seconda posizione alle spalle della Pianese. La vittoria nello scontro diretto sull’Amiata viene vanificata dal successivo ko con il Tau. Mentre il mercato è già aperto, il gruppo si stringe e reagisce. Fino al 2-1 in extremis sul Poggibonsi che fa tornare gli amaranto a -3 dal vertice. Con un 2023 tutto da vivere.

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